Il Punto di Vista

- immigrazione -

POLIZIA - Pubblica Sicurezza nr.54

IL PUNTO DI VISTA
rubrica di Giuseppe Crupi

Il fenomeno migratorio mette a dura prova oggi anche la tenuta degli Statio dell'Unione Europea che affrontano questa emergenza nella maniera più disparata. L'Ungheria reagisce con la chiusura delle frontiere mediante l'utilizzo di retocolati e con tanto di vigilanza armata, la Germania nonostante una tradizione differente in merito all'assorbimento dei migranti, ultimamente ha tentato anche di "scegliersi" le etnie da accogliere, la Spagna con un proprio presidio a Gibilterra, in territorio africano, da anni dispone di un avamposto ove si cerca di tamponare il fenomeno. L'Italia, proprio per la posizione geografica, oggi si trova a gestire il lavoro più impegnativo fronteggiando e attraccando barconi che attraversano il Mediterraneo nel tentativo di salvare più persone possibili e di limitare le morti in mare. Il nostro paese ha firmato e accettatto quanto stabilito nel Trattato di Dublino; c'è da dire che l'Italia ha fortemente voluto questa formulazione del trattato in un momento ove il fenomeno migratorio utilizzava altre strade e interessava più che altro i paesi del nord Europa.Oggi l'autostrada dei migranti è il Mediterraneo, pertanto cambiando lo scenario, l'Italia è il paese più esposto ed in seria difficoltà nell'affrontare questa emergenza del cui carattere emergenziale è rimasto ben poco. A differenza della Germania che ha affrontato prima di noi detto fenomeno, accogliendo Turchi,Curdi, Nordafricani e, negli anni '50 e '60 gli italiani stessi, sono evidenti le falle del sistema italiano creato per fronteggiare il fenomeno, sia per le carenze strutturali, sia per una politca nazionale forse ancora rigidamente ideologizzata e confusionaria che tira fuori dal cilindro norme e leggi poco funzionali nonché costosissime per la collettività. La multietnicità è una realtà anche italiana, come lo è stata molti anni addietro per la Gran Bretagna, la Francia, e la Germania, le attenzioni della politica nazionale prima che europea devono concentrarsi in maniera fattiva sull'argomento, non riducendo il problema a pura e spesso vomitevole discussione da Talk Show. Dal canto nostro, sarà il caso che il Dipartimento della P.S. riveda la struttura degli uffici "Immigrazione" dislocati nelle Questure, ridotti con l'ultimo decreto ad uffuci prettamente burocratici, valutando la possibilità di trasformarli in Divisioni, investendo seriamente anche su operatori in possesso di requisiti che possino definirsi specifici (conoscenza delle lingue o comunque con altri titoli attinenti alla materia), che oltre a dare funzionalità superiori a detti uffici, vaolrizza il dipendente stesso che può così utilizzare e sfruttare al meglio la propria professionalità e preparazione, sulle quali ha investito passione, tempo e denaro. Quanto sopra ovviamente deve essere supportato da leggi efficaci e, perchè no, magari più economiche.