MONZA - Dedicato ad un collega ed amico che, non per colpa sua, si è ammalato perdendo la serenità

MONZA - Dedicato ad un collega ed amico che, non per colpa sua, si è ammalato perdendo la serenità

Dalla Segreteria Locale Monza: La Segreteria Locale S.I.A.P. di Monza è vicina al collega che vive con sofferenza, non per sua volontà, questo difficile momento della propria carriera. Premiato nel 2010 dalla Dirigenza come poliziotto dell'anno e poi pochi giorni fa, incomprensibilmente e senza un giustificato motivo, “violentemente aggredito verbalmente, umiliato come uomo prima che come Poliziotto “;solo grazie alla sua professionalità e autocontrollo, piuttosto che reagire come la natura in realtà potrebbe imporre, rischiando poi ovviamente la carriera, ha preferito star male in silenzio, quel silenzio manifestato da qualcuno, che ha ignorato le sue recenti segnalazioni legate alle difficoltà del settore archivio, in carenza cronica di organico, e che nei mesi scorsi a dovuto fare a meno del suo Sovrintendente, al tempo responsabile dello stesso ufficio, colpito da infarto. Come è finita lo sappiamo: 80 giorni di malattia! e ritiro di pistola manette e tesserino di riconoscimento. Un Poliziotto senza ciò che lo rende tale muore dentro. Le scuse al lui fatte successivamente “sicuro gesto di facciata”, sanno tanto di beffa! Ci chiediamo ora quell' ufficio già in crisi da tempo, che il collega mandava avanti a fatica e di cui era diventato responsabile pur essendo un Assistente Capo, chi lo gestirà? Al responsabile di questo, il S.I.A.P. chiede: si sente realizzato ora ? È forte il dispiacere e lo sdegno di questa O.S. per i fatti ultimi accaduti, anche perchè in tempi non sospetti noi, avevano lanciato l'allarme, rimasto ad oggi inascoltato. Anche se non attribuibile a nessuno, risulta anomalo costatare che, in questi ultimi due anni vi siano stati: n° 2 colleghi colpiti da infarto; n° 2 colleghi trasferiti o in attesa, per stress o incompatibilità; n° 5 colleghi che richiedono per lo stesso motivo aiuto al Questore di Milan; n° 1 collega al quale a voce, viene detto: chi denigra … è passibile di destituzione. Il SIAP non ha mai condiviso la metodologia adottata fino ad oggi, relativa ai trasferimenti interni del personale, che è si, di competenza della Dirigenza, ma va posta in essere,a nostro avviso, seguendo criteri coerenti, con l'obiettivo di far funzionare meglio le cose.Il “sospetto” invece ad oggi è che questo strumento possa essere stato impropriamente utilizzato per tenere parte del personale sempre in uno stato di non tranquillità, facendogli sapere magari velatamente e indirettamente, dai veicolatori di informazioni : O con me ,altrimenti ti sposto e stravolgo la tua vita privata, creandoti disagi familiari e personali infiniti. Il SIAP da tempo considera il comportamento del Dirigente al limite e oltre le norme poste a tutela dei poliziotti. Anche perché è sufficiente dare una lettura agli atti ( che il SIAP ha acquisito nel corso del tempo) per comprendere quanto l’Accordo Nazionale Quadro sia “utopia”. Non tralasciamo il comportamento 'incomprensibile e ostile nei confronti del Sindacato S.I.A.P. dei suoi iscritti, addirittura( 10 ) per ora, ma anche dei non iscritti. Ci spiace dover constatare che il non rispetto delle norme viene mascherato con “l’autorità, la discrezionalità” modi che spesso vengono usati da chi ha difficoltà a “capire le regole nella gestione dei poliziotti dal lato contrattuale. La conferma della mancanza oramai da tempo, di relazioni Sindacali, ci impongono oggi di richiedere l'intervento immediato della Segreteria Provinciale, presso il Signor Questore di Milano, con l'obiettivo di metterlo al corrente della gravità della situazione attuale. Al Signor Questore il SIAP monzese si rivolge con garbo e pacatezza, chiedendole di far cessare questo supplizio, noi del S.I.A.P. non siamo ne folli, ne tanto meno fomentatori, diciamo che possiamo essere scomodi perché non siamo disposti a barattare gli interessi di pochi con quelli di tutti. Le chiediamo solo di ridare dignità, serenità e stimoli ai Poliziotti che a Monza, si sentono abbandonati, discriminati, vessati e mortificati e che lei,in parte ha già avuto modo di ascoltare negli scorsi mesi. Ai colleghi ad oggi possiamo solamente dire: “Siate pazienti e non disperate,ma non fatevi calpestare, le cose cambieranno, e questa rimarrà solo una brutta pagina di storia, che non vi ha insegnato nulla non vi ha fatto crescere professionalmente. Essere autoritari è facile, ma spesso porta al fallimento, mentre l'autorevolezza che sicuramente premia, la si guadagna sul campo, ma bisogna meritarsela. Monza non dimentica.”