Pisa: Tiani (Siap), querela a prof. D\'Orsi e autrice Megli per tutelare dignità poliziotti

Pisa: Tiani (Siap), querela a prof. D'Orsi e autrice Megli per tutelare dignità poliziotti

"Il nostro legale, avvocato Gigante dello studio legale Picozzi e Morigi, come preannunciato, ha depositato alla procura di Roma una denuncia querela nei confronti del professor Angelo D’Orsi e alla procura di Bari una denuncia querela nei confronti dell’autrice Emanuela Megli". A darne notizia è il segretario generale del Siap Giuseppe Tiani facendo riferimento ad alcune affermazioni dopo gli scontri di Pisa e ricordando che erano state preannunciate "azioni a tutela della dignità professionale, personale e delle famiglie dei poliziotti". (...)

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"Il prof. D’Orsi per aver pronunciato - fa sapere Tiani - nella trasmissione 'Quarta Repubblica' del 26 febbraio scorso frasi quali: 'Quando vedo il poliziotto che manganella con un piacere di farlo due cose mi vengono in mente, uno, per quel manganello c'è una sorta di rivalsa sociale verso lo studente, quasi invidia, tu stai studiando sei un privilegiato, io non sto qui a farmi massacrare con stipendi bassi, e la seconda cosa è il fatto che troppo tanto spesso, tanto sovente quei poliziotti, e me lo dicevano nelle interviste che ho fatto dal 69 al 72, hanno assunto delle droghe, hanno assunto delle sostanze per reggere il peso, questo però ti fa perdere anche i freni inibitori'”.
"L’autrice Megli per aver scritto, in un articolo pubblicato il 5 marzo scorso su 'La Gazzetta del Mezzogiorno' intitolato 'Le manganellate di Pisa e l’assenza di educazione alle affettività' - riporta Tiani - con frasi quali: 'Eh bene, quegli stessi uomini hanno verso i propri figli l'educazione autoritaria che mette le regole non al servizio del bene personale e collettivo ma come principio assoluto, che regola e governa le relazioni come fossero un codice anaffettivo e spersonalizzante privo di soggettività e di rispetto della persona… Dietro questi comportamenti autocratici, autoreferenziali e intransigenti, c'è un'evidente disagio degli stessi soggetti che li attuano e che li hanno subiti, continuando ad autoimporseli richiamando continuamente a sé uno schema ripetitivo che anche se li nuoce, li fa sentire sicuri poiché in un ambiente psicologico conosciuto e difensivo (disfunzionale)'". (Adnkronos)
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di seguito il collegamento all'agenzia di stampa Agenparl