LA CONFUSIONE DEI RUOLI

LA CONFUSIONE DEI RUOLI

di Tommaso Vendemmia

 Fare il sindacalista nella Polizia di Stato è forse un impegno troppo grande per la complessità della categoria di lavoratori atipici come la nostra e oltretutto appartiene ad un ambiente di lavoro ancora corporativo come nessun sistema lavorativo conosciuto. Il ruolo del poliziotto, a volte può apparire incompatibile con la funzione svolta e la scelta di tutelare i colleghi soprattutto per la complessità dei rapporti con la P.A. Gli equilibri sono molto sottili e spesso si confonde la funzione di poliziotto con quella di sindacalista. La bravura e l’impegno è proprio non fare questi errori. Certo, fare parte di sindacati di grande corporazione può far scegliere al sindacalista di collocarsi in aspettativa a pari dei “colleghi “ sindacalisti c.d. “civili”, ma il rischio è il discostarsi dalla realtà lavorativa e non comprendere bene il complesso sistema lavoro, e pertanto, per scelta, molti di noi preferiscono non scollarsi dalla realtà lavorativa per meglio confrontarsi con i colleghi e con la stessa amministrazione, dedicando molto tempo libero al mandato, oltre indiscutibilmente dall’aggravio della contribuzione oggi sempre più protagonista dei nostri salari. Sono scelte e vanno rispettate e senza dubbio chi lavora svolgendo con dedizione il proprio mandato di sindacalista, pur se criticato, alla fine viene capito dal collega. Il ruolo svolto dal sindacalista di Polizia ci porta a confrontarci con dinamiche che sono intrinseche alle politiche della sicurezza e in quel caso gli attori si ampliano e la critica positiva o negativa coinvolge istituzioni e cittadini che ascoltano con interesse chi è portatore di realtà, di verità, di denuncia degli sprechi o della inefficacia della P.A. ed è proprio per questo che il ruolo e lo strumento sindacale deve essere utilizzato con ponderatezza. Ogni dichiarazione esterna può essere un boomerang sull’intera categoria e non basta muovere critiche pubbliche per fare proselitismo di tesserati, ciò riduce il ruolo del sindacato. Io penso che la critica deve essere fatta sempre, costruttiva e finalizzata al miglioramento degli obiettivi della Polizia cioè la sicurezza dei Cittadini, quello è il nostro obiettivo primario, la nostra esistenza. Come detto le funzioni devono essere attentamente valutate e ponderate nel pieno diritto del mandato affidatoci che è principalmente la tutela dei lavoratori, il resto fa parte del contributo che l’organizzazione per esperienza maturata suggerisce o indica a chi ha l’onere istituzionale e responsabilità politica sulla sicurezza. Uno dei ruoli più importanti che rendono effettiva l’operatività appartiene al ruolo dei funzionari della P.A. l’organizzazione e la criticità è onere di ognuno, ma senza dubbio la direzione localizzata appartiene a funzionari o dirigenti. Certo le politiche sulla sicurezza formulate dai vari Governi pesano negativamente, noi critichiamo e denunciamo queste scelte, ma bisogna evitare di scaricare sulle periferie tale onere e in un periodo storico come questo di riduzione degli organici, il peso su ogni funzionario è indubbiamente più oneroso. Mai tutto questo dovrà essere utilizzato come giustificante per evitare di compiere il massimo, si parla di sicurezza dei cittadini e i cittadini sono severi giudici e non fanno distinzioni di grado o responsabilità. La funzione di sindacalista da parte del ruolo apicale è sempre stata messa in discussione ma non espressamente vietata, dirigenti e funzionari hanno militato e militano nei sindacati anche con incarichi statutari ma sono stati la maggior parte equilibrati e mai hanno abbandonato il loro ruolo di tutori dell’Amministrazione di P.S. e/o garanti della sicurezza dei cittadini in quanto le loro critiche, il loro lavoro, è sempre in primis quello della tutela della Polizia di Stato. Chi nel tempo ha oltrepassato questo confine, o ha irrimediabilmente confuso il proprio ruolo oppure è in malafede. Purtroppo siamo tutti uomini e donne e tutti possiamo errare, ma ciò che fa molto male al sindacato e alla Polizia di Stato oggi è il servirsi del titolo per la posizione o tutela personale.
Cari colleghi, abbiamo scelto di avere un sindacato per proteggerci da chi nel passato utilizzava la propria posizione gerarchica per garantirsi un privilegio, scaricare le responsabilità della propria inefficienza, appartenere ad una casta al pari agli alti ufficiali o sottoufficiali delle varie FF.AA, per questo abbiamo il sindacato per la tutela e la parità dei diritti, dei salari e per la dignità nel lavoro, uno strumento che equilibra i ruoli, ma nel rispetto delle funzioni senza eccezioni alcuna, noi tutti dobbiamo saper usare e pretendere di usare il sindacalismo, lasciarsi tutelare da chi ha sempre visto il mondo da una sola parte, potrebbe essere la controtendenza, anzi il ritorno al passato, perché chi promette per posizione di rango migliorie di lavoro non lo fa per i “sottoposti” o per la collettività, non ne ha la necessità, ma per un proprio obiettivo….
LA PROPRIA CARRIERA ?

Catania il 08 gennaio 2014