BOLLETTINO SETTIMANALE NR. 3 - CAMBIA GOVERNO, POLIZIOTTI E SICUREZZA NON POSSONO PIU\' ATTENDERE

BOLLETTINO SETTIMANALE NR. 3 - CAMBIA GOVERNO, POLIZIOTTI E SICUREZZA NON POSSONO PIU' ATTENDERE

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Un premier dalle buone intenzioni è stato agevolato a lasciare in favore dell’eclettico giovane leader, brillante e accattivante. Ovviamente non tocca a noi dare giudizi di merito, politici o ideologici su cosa sta accadendo nel Paese, e nel modo di vivere dei cittadini che subiscono le scelte della politica. Toccherà di certo a noi fare in modo che la sicurezza ed i suoi uomini non siano lasciati soli, nel dimenticatoio, ma che assurgano il rilievo e i riconoscimenti che meritano. Il SIAP lo ribadirà fino allo sfinimento: le forze di polizia oltre che “sentinelle” dei processi democratici, producono sicurezza per consentire lo sviluppo e la serenità, ragion per cui sono un investimento e non un peso per tutti gli stati democratici, quindi, una voce attiva nel bilancio del Paese reale, e da esse non si può prescindere, se veramente si vuole farle contribuire al futuro sviluppo delle imprese e dell’economia, attraverso cui si crea il lavoro e quindi il benessere sociale. Dovremmo vigilare affinché nei cambi e nei giri di poltrone ministeriali, sia tenuto in debito conto quanto già iniziato, specie sull’ipotesi di revisione dei principi di legge delega che dovrebbe portare al riordino delle carriere. Non vorremmo che il lavoro sin qui fatto si inabissasse prima di vedere la luce, naufragando nei meandri di commissioni, sottocommissioni e giunte varie. Intanto un altro rinvio per i nostri connazionali, due uomini in uniforme “fratelli di giubba” che rappresentano lo Stato Italiano, obbligati ad aspettare la prossima settimana, il responso della Corte Suprema indiana, con il rischio di subire l’onta di esser considerati alla stregua di terroristi, per cui, secondo la logica del sillogismo aristotelico, soldati di uno “Stato terrorista”, quindi se ne deduce che tutti noi saremmo dei terroristi. Chiediamo che chi è deputato a gestire il Paese in questa delicata fase, non si dimenticasse di loro. Perché la civiltà di un Paese passa anche attraverso il riconoscimento ed il rispetto dei suoi uomini, specie quando lavorano e rappresentano lo Stato indossando una uniforme, in nome e per conto del popolo italiano.