Riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio: lettera al Presidente del Consiglio

Riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio: lettera al Presidente del Consiglio

Roma, 5 Dicembre 2012 - Politica Sindacale

in attuazione dell'art. 10 del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 

Al Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri

E p.c. Al Sig.Ministro dell’Interno

Al Sig. Ministro per la Pubblica Amministrazione e la
semplificazione

Al Sig. Presidente della Commissione di garanzia per l’attuazione della legge 146/90 c/o la Presidenza del Consiglio dei Ministri

Al Sig. Capo Dipartimento per le Politiche del personale dell’Amministrazione Civile e per le Risorse strumentali e Finanziarie Ministero dell’Interno
Roma


Oggetto: Proclamazione dello stato di agitazione e richiesta di attivazione delle procedure di raffreddamento e conciliazione.
Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento in materia di riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio, in attuazione dell’articolo 10 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

Signor Presidente,
in un momento storico come quello attuale, caratterizzato da una grave crisi economico-finanziaria che colpisce il tessuto produttivo del Paese e la tenuta dei livelli occupazionali, che anima tensioni sociali e rischia di erodere i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali e che richiede uno sforzo particolare, da parte di tutti, nell’interesse del mantenimento della coesione sociale, si ritiene impensabile ridisegnare, senza un adeguato confronto con le Parti in causa, la presenza dello Stato sul territorio.
Lo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il regolamento in materia di riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio, in attuazione dell’articolo 10 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 segna, ad avviso di queste sigle sindacali, un pericoloso arretramento delle funzioni statali in tante, troppe, zone del Paese. E’ pensabile agganciare senza un’adeguata riflessione sulle possibili ricadute in termini di sicurezza e garanzia dei diritti civili, la presenza dello Stato sul territorio a valutazioni di altra natura formulate per rivedere gli ambiti territoriali delle Province? E’ legittimo, in termini di costituzionalità, disegnare la nuova mappa dell’assetto territoriale dello Stato ricalcando confini nati per regolare esigenze politico-amministrative di natura locale? Come si intende garantire il medesimo servizio in termini di sicurezza e soccorso pubblico in ambiti territoriali che contano 180.000 abitanti e altri in cui il dato demografico tocca 1.800.000 unità?
Non è intenzione di alcuno sottrarsi a una revisione della spesa pubblica e ad una riforma dello Stato che abbia al centro i cittadini e l'universalità dei diritti civili ma allo stesso tempo non è intenzione di alcuna di queste OO.SS. assistere in silenzio allo smantellamento di quel sistema di sicurezza che della L.121/81 ha comunque garantito a questo Paese stabilità e tenuta della coesione sociale ed abbassare il livello del soccorso tecnico alla popolazione soggetta a continue calamità naturali.
Per questi motivi le scriventi OO.SS proclamano sin d’ora lo stato di agitazione che vedrà nei prossimi giorni ulteriori iniziative che riguarderanno gli specifici settori di competenza.
Si richiede, pertanto, ai sensi della normativa vigente l’avvio della procedura di raffreddamento, in mancanza verranno adottate iniziative, già in corso di definizione.

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