Sentenza G8 – La posizione del S.I.A.P. espressa nella dichiarazione alla stampa dal Segretario Generale Tiani

Bari, 20 luglio 2012 - Focus

Sentenza G8 – La posizione del S.I.A.P.
Dichiarazione del Segretario Generale Giuseppe Tiani

A pochi giorni della sentenza della Corte di Cassazione sui fatti di Genova del 2001, il SIAP quale sindacato dei poliziotti maggioritario, consultati i propri organismi interni e sentita la propria base – uomini e donne della polizia di stato di ogni ordine e grado da nord a sud del Paese, esprime la propria posizione critica rispetto al dibattito pubblico ingeneratosi, nel solco delle dichiarazioni del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza prefetto Manganelli e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni De Gennaro.

I poliziotti sono uomini e donne di legge che accettano doverosamente le sentenze, siano esse di condanna o di assoluzione; a differenza di certa intellighenzia di parte che ama ammantare le sentenze di valori e significati di comodo, a seconda della pronuncia o di chi ne sia colpito o affrancato.

Siamo uomini e donne di legge che non criticano le sentenze in maniera aprioristica; perché sarebbe in palese contrasto con il nostro credo e mandato istituzionale, oltre che dell’imperativo categorico morale di Kantiana memoria, che è alla base del nostro quotidiano lavoro.

Siamo poliziotti che, nel rispetto della legge, attraverso la voce libera del sindacato dei poliziotti, non si esimono dall’esprimere la propria posizione critica sulla rigorosa severità di cui sono state caricate le pene emesse a seguito di una sentenza di estrema durezza e rigidità, considerato che, hanno colpito poliziotti, alti funzionari della Polizia di Stato che hanno dedicato la propria vita a contrastare i peggiori fenomeni criminali degli ultimi decenni.

Poliziotti e funzionari che, grazie all’alto senso dello Stato e ad una inappuntabile professionalità, sono riusciti a smantellare cupole mafiose, camorristiche, ‘ndrine e terroristi. Uomini come Franco Gratteri, Gilberto Caldarozzi e altri, che, nel corso delle loro lunghe carriere, hanno anche tutelato magistrati antimafia, esposti quanto vulnerabili ai pericoli della criminalità di ogni genere, al pari degli uomini della Polizia. Per noi questi uomini erano sono e rimangono veri galantuomini, oltre che professionisti ineccepibili e di grande valore, che hanno servito la democrazia della Repubblica con onore e senso del dovere, i grandissimi risultati ottenuti riconosciuti anche sul piano internazionale, parlano per loro e sono il miglior biglietto da visita per uomini votati alla fedeltà delle istituzioni e della legge

Il SIAP annuncia che si farà promotore di una proposta di legge referendaria - così come previsto dall’art. 71, comma 2 e art. 75 della Carta Costituzionale – che possa tutelare quanti tra le forze dell’ordine impiegati in servizi di ordine pubblico, nella sua accezione più generale, siano colpiti da aggressioni violente di gruppi di manifestanti a volte sostenuti da micro partiti come accadde a Genova, che certamente hanno mostrato di avere un limitato senso dell’equilibrio e dello Stato. Così come le immagini televisive hanno documentato a Roma nelle cruente manifestazioni dell’ultimo autunno. Come SIAP, sindacato dei poliziotti, vorremmo che lo sdegno per alcune immagini definibili forti, fosse bipartisan e che non si togliesse lo sguardo dalle violenze subite dagli uomini in uniforme impegnati a difendere l’ordine e la sicurezza pubblica, schiacciati tra la violenza fisica dei manifestanti e quella morale dei professionisti della critica pubblica.

Ciò nondimeno siamo rispettosi anche dell'applicazione rigorosissima della legge anche quando questa, dal nostro punto di vista, non ha tenuto conto che i fatti di Genova – durante i quali certamente errori gravi ed eccessi sono stati commessi – sono, a nostro avviso, inquadrabili quale evento del tutto eccezionale, maturato in un particolare quadro storico internazionale di riferimento, in cui la minaccia del terrorismo internazionale era incombente e non solo una mera ipotesi lavorativa. Il dispositivo di sicurezza messo in atto era ampiamente giustificabile da questo punto di vista anche se, come avemmo occasione di riferirlo in tempi non sospetti, Genova era dal punto di vista topografico ed urbanistico, strategicamente e geograficamente inadatta ad una gestione “serena” dell’ordine e della sicurezza dei partecipanti al summit degli stessi manifestanti pacifici e della città intera, i poliziotti sono intimamente rammaricati e si scusano pubblicamente, con tutti quei giovani che hanno subito la degenerazione dell’uso legittimo della forza pubblica.

Ma non si può dimenticare che la città di Genova ed i suoi abitanti sono stati oggetto di una violenza distruttiva inaudita; per questo siamo certi che la Suprema Corte sarà altrettanto rigorosa e severa nelle valutazioni del processo in atto per il reato di saccheggio e devastazione, per tutti quei manifestanti che oggettivamente non possono esser definiti pacifici. Assistiamo, con stupore e rammarico al dibattito che attraversa i media nazionali, in queste ore, e in questi giorni, ad una levata di scudi, da parte di intellettuali o presunti tali eccessivamente critici con gli uomini della Polizia di Stato, per i reati contestati a quei giovani, come l’articolo 419 del cp ecc. tanto da scomodare il riferimento improprio a reati commessi in tempi di guerra. Dotta quanto si vuole la citazione ma, per noi, rimane inalienabile la considerazione che la legge penale va rispettata al pari delle sentenze.

Sulle varie dichiarazioni poi che spopolano su media e web della famiglia Giuliani, nessun commento rende onore forse ad una delle poche certezze sul G8 ossia le cause che hanno determinato la morte di Carlo Giuliani sigillate da una sentenza molto chiara. Che nulla hanno a che vedere con la gestione dell’ordine e la sicurezza pubblica e gli uomini deputati a garantirla, il cui fardello ricade solo sulle spalle della polizia.

Roma, 10 Luglio 2012

G8: SIAP, GRATTERI E CALDAROZZI VERI GALANTUOMINI DA CASSAZIONE ESTREMA DUREZZA CONTRO POLIZIOTTI DI GRANDE VALORE - (ANSA) - ROMA, 10 LUG - "Uomini come Franco Gratteri, Gilberto Caldarozzi e altri, che, nel corso delle loro lunghe carriere, hanno anche tutelato magistrati antimafia, esposti quanto vulnerabili ai pericoli della criminalità di ogni genere, erano, sono e rimangono veri galantuomini, oltre che professionisti ineccepibili e di grande valore, che hanno servito la democrazia della Repubblica con onore e senso del dovere". Così Giuseppe Tiani, segretario del sindacato di polizia Siap, torna a commentare la sentenza della Cassazione sul G8 di Genova. "Siamo poliziotti - spiega Tiani - che, nel rispetto della legge, attraverso la voce libera del sindacato dei poliziotti, non si esimono dall'esprimere la propria posizione critica sulla rigorosa severità di cui sono state caricate le pene emesse a seguito di una sentenza di estrema durezza e rigidità, considerato che, hanno colpito poliziotti, alti funzionari della Polizia di Stato che hanno dedicato la propria vita a contrastare i peggiori fenomeni criminali degli ultimi decenni". Il Siap annuncia poi che si farà promotore "di una proposta di legge referendari che possa tutelare quanti tra le forze dell'ordine impiegati in servizi di ordine pubblico, nella sua accezione più generale, siano colpiti da aggressioni violente di gruppi di manifestanti". (ANSA).
Nel primo allegato la dichiarazione del Segretario Generale Tiani

Nel secondo allegato il lancio di agenzia Ansa

Nel terzo allegato il pezzo de Il tempo che riprende la dichiarazione.