PREVIDENZA: Presentata alla Camera dei Deputati  la mozione sulle pensioni dei Poliziotti

PREVIDENZA: Presentata alla Camera dei Deputati la mozione sulle pensioni dei Poliziotti

Roma, 31 Maggio 2012 - Politica Sindacale

Intervento dell’On.le Fiano: Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il Governo, qualche mese fa, nell’adottare le misure di riforma per l’accesso alla pensione, decise di rinviare la definizione delle determinazioni di quelle relative alle Forze dell’ordine, alle Forze di polizia, alle Forze armate e al Corpo dei vigili del fuoco ad un successivo provvedimento specifico, un regolamento cosiddetto di armonizzazione, a cui poi le Camere delegarono il Governo stesso. Le ragioni di una siffatta decisione sono evidenti, considerando la peculiarità molto specifica, vorrei dire unica, dell’impegno e del tipo di lavoro che viene richiesto a queste donne e a questi uomini, delle regole del loro servizio che vengono poste in essere, degli scenari complessi, difficoltosi, in cui sono chiamati ad operare e non vorrei aggiungere che forse proprio in questi giorni, in queste settimane, questi scenari pretendono da loro un supplemento di impegno specifico. Il servizio che viene svolto nei comparti dello Stato della difesa, della sicurezza e del soccorso pubblico ha quindi – secondo noi, ma evidentemente anche secondo l’intero Parlamento, non solo perché sono state presentate mozioni sostanzialmente analoghe ma anche perché si intende, in queste mozioni, salvaguardare questa peculiarità – caratteristiche che lo differenziano sensibilmente da quello degli altri settori dello Stato. Non è un caso, infatti, che alcuni fondamentali diritti diffusi in questo Paese negli altri ambiti lavorativi, e che negli altri ambiti lavorativi vengono giustamente,per tradizione e per essere il risultato di lotte, considerati intangibili, possano in questo comparto subire limitazioni e restrizioni; valga per tutti la restrizione del diritto di sciopero in questo settore. Esiste, insomma, uno speciale rapporto di servizio che lega questi nostri concittadini italiani al compimento del proprio dovere e questo sentimento di compimento del proprio dovere, quando è svolto con totale rispetto della legge, è tanto più forte quanto più importanti sono le richieste che questo Paese avanza verso questi lavoratori. Il personale di cui parliamo, infatti, deve essere sempre disponibile all’impiego come, certamente, anche qualche altra categoria di lavoratori nel nostro Paese, ed assicurare la sua presenza ogni volta che sia necessaria, anteponendo il servizio ad ogni altra esigenza di carattere privato. Essi, cioè, non si trovano esattamente nelle medesime condizioni in cui si trovano molti altri milioni di dipendenti del servizio pubblico in questo Paese, ma in una condizione prettamente diversa. I rischi, e ovviamente la tensione e lo stress psicofisico a cui sono sottoposti i lavoratori di questi comparti, costituisco aspetti professionali della caratteristica del loro impiego, dei quali non si può non tenere conto. Per questi motivi, prima della definizione del sistema pensionistico del personale in argomento, la mozione che oggi presento a nome del Partito Democratico, impegna il Governo a considerare adeguatamente la specificità del suo impiego. È una specificità che vale per l’aspetto pensionistico ed in generale – e noi la consideriamo un obiettivo molto importante raggiunto in questo Paese – la salvaguardia della specificità di questi comparti. Ancora pochi giorni fa, mentre scorrevano sugli schermi di tutta la penisola le tremende e devastanti immagini del terremoto emiliano, che si alternavano, in un fine settimana tragico, con quelle dell’orrore della bomba stragista di Brindisi, abbiamo visto come sempre militari, forze di polizia e vigili del fuoco, oltre ai volontari della Protezione civile, correre continuamente – nell’assolvimento della propria funzione – gravi rischi per la loro incolumità. Vogliamo qui mandare un pensiero e ricordare, uno per tutti, proprio il vigile del fuoco caduto l’altro giorno a Finale Emilia durante la seconda forte scossa pomeridiana, mentre si occupava di verificare la stabilità di un tetto. Egli è ancora ricoverato e gli inviamo i nostri auguri di pronta guarigione. È necessario, infatti, ricordare che i compiti affidati ai militari, alle forze di polizia e ai vigili del fuoco, richiedono ovviamente elevati standard psicofisici e che l’usura, l’anzianità e lo stress a cui il personale è soggetto, è paragonabile a poche, molte poche altre attività lavorative che si svolgono nel nostro Paese. L’età del loro pensionamento, dunque – e questo è un cardine della proposta in discussione che mettiamo in questa mozione – non può prescindere dalla necessità che il termine del servizio sia tale da garantire la presenza certa, nel personale interessato e fino all’ultimo giorno di attività lavorativa, dei requisiti di idoneità e di efficienza che ho prima menzionato. Non è un caso – e mi piace sottolinearlo –, infatti, che negli altri Stati europei i limiti dell’età per lo stesso personale siano già inferiori a quelli vigenti in Italia. Credo che tutti noi abbiamo in mente che sarebbe difficile mettere in una volante della polizia, in una gazzella dei carabinieri, in un mezzo dei vigili del fuoco o in un mezzo militare, dei sessantacinquenni o dei sessantaseienni. È evidente che parliamo di una peculiarità molto specifica che va salvaguardata. Anche per questo, le norme di tutela attualmente previste non sono da considerarsi privilegi – secondo noi –, ma misure per bilanciare il trattamento pensionistico del personale in argomento rispetto a quello degli altri lavoratori, ai quali è consentito rimanere più a lungo in servizio, con misure finalizzate a riconoscere quando si siano determinate infermità e menomazioni fisiche che il personale subisce durante e nell’espletamento del proprio servizio. Un sistema pensionistico in parte diverso da quello vigente in altri settori, cosa giustificata dalla loro specificità di impiego. Non credo vi sia qui bisogno di richiamare al pensiero le forze dell’ordine, complessivamente, nella loro quotidiana lotta contro la criminalità, contro le mafie o il pattugliamento che i nostri soldati svolgono nelle missioni estere (in Afghanistan, per esempio), sotto la minaccia continua di aggressioni, di incidenti e di pericoli incombenti; o ancora i marinai che pattugliano le rotte degli oceani e, ovviamente, cito qui in astratto, tutte le vicende che hanno ricadute su episodi specifici che ognuno di noi conosce e che sono ancora l’oggetto della nostra preoccupata attenzione in queste ore o in questi mesi; o infine, ancora, i vigili del fuoco, a cui affidiamo la salvezza e l’incolumità di chi è coinvolto in calamità naturali (terremoti, per esempio) o in incidenti. Per rendersi conto di tale diversità, basterebbe ricordare soprattutto l’alto numero di vittime in Italia e all’estero che i comparti della difesa, della sicurezza e dei vigili del fuoco, registrano, purtroppo, continuamente. In definitiva, per concludere, la mozione evidenzia come la specificità dell’impiego del personale in argomento, unanimemente riconosciuta dal Parlamento, meriti una concreta considerazione. Una considerazione che tenga conto anche del fatto che quel personale ha già contribuito, per la sua parte, al contenimento della spesa, con il blocco delle promozioni, con la revisione del trattamento di servizio, senza che nei tre comparti sia stata attivata la previdenza integrativa prevista sin dal 1995; ma soprattutto una considerazione concretamente legata all’importanza che le funzioni di difesa, sicurezza e soccorso pubblico, svolte proprio da quel personale, rivestono per l’Italia, come dimostrano anche i fatti più recenti. Per queste ragioni, signor Presidente, rappresentante del Governo, voteremo convintamente a favore della mozione in oggetto, e anche delle altre mozioni di cui vorremmo ascoltare l’illustrazione, augurandoci che il Governo voglia urgentemente avviare un tavolo di confronto con i rappresentanti dei militari, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco, su questa delicata tematica, e che possa soprattutto raggiungere, attraverso il sistema della concertazione, accordi condivisi sull’armonizzazione del sistema pensionistico del personale in argomento.

Roma, 28 Maggio 2012