MILANO: Lettera aperta

Signor Questore, l’ultima sua disposizione relativa al trasferimento di un collega con la quale lo stesso viene assegnato alla Divisione Anticrimine, ha lasciato tutti senza parole. Pur nel rispetto dei ruoli, non possiamo esimerci dall’affermare pubblicamente, che le sue scelte non sono condivisibili, come non sarà mai condiviso il metodo che Lei e il Dirigente della Squadra Mobile avete utilizzato per “allontanare” il dipendente in questione, da un Ufficio dove prestava servizio da oltre un decennio, senza aver mai riportato censure disciplinari o richiami di rilievo. Certo, non abbiamo dubbi, avrà avuto tutte le carte “a posto” per prendere questa decisone; anche se, ce lo lasci dire, con tutti i problemi che la Questura di Milano ha, ci è sembrato quantomeno “prematuro” che già dopo solo una settimana Ella sia intervenuto direttamente in una vicenda interna di una sezione della locale Squadra Mobile, come mai ? Quando proprio questo ufficio ha problematiche, ormai croniche, che impattano direttamente sulla vita dei colleghi e che probabilmente avrebbero, queste si, dovuto essere oggetto di una suo tempestivo interessamento. Non abbiamo motivo di dubitare della sua buona fede, nulla però potrà farci cambiare idea sul fatto che Lei ha dato sostanza e corpo a ciò che una dipendente a Lei nota, ha più volte pubblicamente affermato e in più occasioni ribadito rispetto all’ipotizzato trasferimento in questione, dal primo momento in cui è stata resa pubblica la sua nomina a Questore di Milano. Tutto questo sarebbe imbarazzante per chiunque spero anche per Lei, Sig. Questore. Il Dna del Siap è costituito dalla fermezza e dignità nella difesa delle proprie idee a prescindere dall’interlocutore che noi rispettiamo sempre.

Ci dispiace, poi, dover constatare che Ella ha disposto quanto sopra ben prima di fornire a questa Organizzazione le risposte in merito alla copiosa documentazione che le ho consegnato a brevi mani; come dire quello che dice qualcuno ha un peso diverso rispetto a quello che dicono altri; questo è molto grave sig. Questore. Il SIAP sta con i colleghi, con quelli che subiscono le quotidiane ingiustizie e vessazioni che nulla hanno a che fare con la professionalità richiesta ai poliziotti. Non staremo mai dalla parte di coloro le cui funzioni tracimano il ruolo e la responsabilità affidatagli, specie se invischiati in logiche sindacali, calpestando la dignità e umanità dei lavoratori, che prima di essere tali sono uomini; noi sig. Questore non siamo un sindacato giallo, saremo sempre contro coloro che ricoprono incarichi e funzioni non certo per merito o il proprio curricula professionale.
Abbiamo constatato in questa sgradevole vicenda la sua sensibilità verso i rapporti e le relazioni che lei intende tenere con la nostra Organizzazione, fatto che sapremo tenere in debita considerazione per i nostri futuri rapporti. Mi viene da sorridere, pensando tutte le volte che la Nostra Amministrazione chiede responsabilità delle OO.SS. nel “denunciare” ciò che i lavoratori della Polizia di Stato devono subire ogni giorno, dimenticando poi così in fretta, quando questo si richiede al ruolo o a una funzione delicata e importante nelle dinamiche decisionali, come quella oggetto della mia missiva .
Detto questo Sig. Questore, le esprimiamo con decisione la nostra assoluta contrarietà a quanto da lei attuato, il SIAP userà ogni lecito mezzo per denunciare un simile atteggiamento e mi lasci dire, se questo dovesse essere il suo biglietto da visita per ciò che attiene il modello della relazioni sindacali il SIAP di Milano non lo condivide, certamente potrà trovare il consenso di altre componenti, sempre che non l’abbia già trovato ci domandiamo. Vogliamo credere che Lei abbia l’onestà intellettuale di rivedere tutta la vicenda non avvalendosi di consiglieri che sono ampiamente schierati e coinvolti, quindi, non possono essere terzi nella valutazione delle opportunità. Se invece, il messaggio dovesse essere quello che Lei ha sempre ragione lo rispetteremo, ma non lo accetteremo mai. Pretendiamo un Questore libero, non come qualcuno in queste ore e in questi giorni vorrebbe far credere, “ostaggio” dei collaboratori del passato, quando rivestiva altro tipo di ruolo, molto diverso da quello che compete ad una autorità pubblica e terza. A Lei dimostrarlo.
Distinti saluti .


Milano , 25 ottobre 2012

Il Segretario Generale Milano
Delle Cave