Reparti Prevenzione Crimine - Esito comunicazione dell\'Amministrazione ai Sindacati maggioritari

Reparti Prevenzione Crimine - Esito comunicazione dell'Amministrazione ai Sindacati maggioritari

Nel primo pomeriggio del 25 febbraio si è svolta una riunione con il Capo della Polizia Prefetto Vittorio Pisani, il Vice Capo della Polizia Vicario Prefetto Carmine Belfiore, il Capo della Segreteria del Dipartimento Prefetto Diego Parente, il Direttore Centrale Anticrimine Prefetto Alessandro Giuliano e il Direttore delle Relazioni Sindacali V. Prefetto Maria De Bartolomeis. La citata riunione è stata convocata dal Capo della Polizia per illustrare, a Siulp e Siap in qualità di OO.SS. maggiormente rappresentative, una ipotesi di lavoro per la razionalizzazione dei 21 Reparti Prevenzione Crimine presenti sul territorio nazionale (...)

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Siulp e Siap hanno sempre espresso la propria determinata contrarietà a proposte di razionalizzazione, sin dai tempi dei governi tecnici o di centro sinistra, ribadendo che l’efficienza operativa dei servizi di polizia non necessariamente passa dalla chiusura di uffici o reparti, pur riconoscendo  che detta comunicazione, su una materia che è di competenza esclusiva della stessa dimostra l’apertura del Capo della Polizia alla consultazione del Sindacato quale elemento qualificante e un momento utile per tutelare anche gli aspetti connessi alla retribuzione accessoria del personale dei reparti prevenzione crimine che devono essere garantiti. A tal proposito abbiamo chiesto e ottenuto, un confronto più  approfondito su tutta la linea d’indirizzo gestionale sul tema razionalizzazione e dislocazione territoriale dei reparti in questione per esaminare con più dati le ricadute della razionalizzazione sui lavoratori coinvolti, le modalità di ricollocazione del personale e le implicazioni della mobilità interna, con l’obiettivo di garantire la qualità e l’efficacia del servizio di polizia.

Nel corso della riunione, l’Amministrazione, premettendo che la riunione è solo un primo momento di confronto,  ha illustrato una proposta di razionalizzazione dell’attuale assetto degli RPC che prevederebbe la presenza di un RPC per ogni regione, tranne l’Abruzzo, il Molise, il Trentino Alto Adige e la Basilicata – fatta eccezione per la Sicilia attesa la storica organizzazione di tutte le articolazioni sui versanti orientale e occidentale – con la conseguente chiusura di sette Reparti Prevenzione Crimine e l’istituzione di uno nuovo. I reparti in chiusura sarebbero quelli di Cosenza, Siderno, Foggia, Lecce, Perugia, Potenza e Reggio Emilia. Il nuovo Reparto Prevenzione Crimine, unitamente al  Reparto Mobile, sarà istituito nella città di Gorizia, per far fronte alle esigenze strategiche per la posizione geografica del Friuli Venezia Giulia. L’Amministrazione ha precisato che per il personale dei Reparti in questione, interessati dalla chiusura, circa 350 operatori, ferme restando le tutele ottenute dalle scriventi sigle per assecondare le richieste che perverranno dai singoli operatori che verranno meglio dipanate nel corso di un incontro con la competente DAGEP, soprattutto per la mobilità in ambito provinciale atteso che quella nazionale è disciplinata da criteri stringenti e trasparenti, il nuovo impiego sarebbe stato ipotizzato presso gli UPGSP delle Questure e dei Commissariati. Tale razionalizzazione, ha concluso l’Amministrazione, si rende necessaria per riportare i predetti reparti alla loro funzione prevista dal decreto istitutivo ovvero quello delle operazioni alto impatto e non come rafforzamento dei dispositivi di controllo del territorio già previsti in seno agli UPGSP.  Premettendo che le scriventi OO.SS. sono contrarie alla chiusura di qualsiasi ufficio in generale, quelli ad alta professionalità in particolare perché ciò rappresenta un arretramento sul controllo del territorio,  hanno posto all’Amministrazione una serie di perplessità e quesiti ed in particolare quelli relativi alla tutela del personale. In primis abbiamo evidenziato l’elevata età anagrafica dei componenti questi uffici, che difficilmente consentirebbe un loro impiego negli UPGSP con l’aggravio che, in questo in modo,  aumenterà solo numericamente la consistenza degli organici ma senso un effettivo impiego che peraltro non favorirà l’arrivo delle giovani generazioni. Non per ultimo abbiamo evidenziato la perdita di retribuzione cui andrebbero in contro questi colleghi. In tal senso abbiamo richiesto di rivedere la loro collocazione in uffici che consentano di espletare attività operativa. Al termine della riunione, il Capo della Polizia ha assicurato che saranno organizzati ulteriori incontri con maggiori dati per approfondire l’ipotesi prospettata e valutare eventuali criticità e/o praticabilità dell’ipotesi di lavoro comunicataci. Il nuovo incontro è previsto per il 6 marzo 2025. Il Siulp e il Siap se pur la materia è la decisione finale è di  competenza esclusiva dell’Amministrazione, non consentiranno che i colleghi possano ricevere un danno economico e professionale contro le loro volontà.

Roma, 4 marzo 2025

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