Lettera aperta al Questore di Milano

Lettera aperta al Questore di Milano

Milano, 5 novembre 2012 - Lettera aperta

Signor Questore, l’ultima sua disposizione, relativa al trasferimento di un
Assistente Capo con la quale lo stesso viene assegnato alla Divisione Anticrimine, ha
lasciato tutti senza parole.


Pur nel rispetto dei ruoli, non possiamo esimerci dall’affermare pubblicamente,
che le sue scelte non sono condivisibili, come non sarà mai condiviso il metodo che Lei
e il Dirigente della Squadra Mobile avete utilizzato per “allontanare” il dipendente in
questione, da un Ufficio dove prestava servizio da oltre un decennio, senza aver mai
riportato censure disciplinari o richiami di rilievo.


Certo, non abbiamo dubbi, avrà avuto tutte le carte “a posto” per prendere
questa decisone; anche se, ce lo lasci dire, con tutti i problemi che ha la Questura di
Milano , ci è sembrato quantomeno “prematuro” che già dopo solo una settimana Ella
sia intervenuto direttamente in una vicenda interna di una sezione della locale Squadra
Mobile, come mai ? Quando proprio questo ufficio ha problematiche, ormai croniche,
che impattano direttamente sulla vita dei colleghi e che probabilmente avrebbero, queste
si, dovuto di essere oggetto di una suo tempestivo interessamento. Non abbiamo motivo
di dubitare della sua buona fede, nulla però potrà farci cambiare idea sul fatto che Lei
ha dato sostanza e corpo a ciò che una dipendente a Lei nota, ha più volte
pubblicamente affermato e in più occasioni ribadito rispetto all’ipotizzato trasferimento
in questione, dal primo momento in cui è stata resa pubblica la sua nomina a Questore di
Milano. Tutto questo sarebbe imbarazzante per chiunque spero anche per Lei, Sig.
Questore. Il Dna del Siap è costituito dalla fermezza e dignità nella difesa delle proprie
idee a prescindere dall’interlocutore che noi rispettiamo sempre.


Ci dispiace, poi, dover constatare che ella ha disposto quanto sopra ben prima di
fornire a questa Organizzazione le risposte in merito alla copiosa documentazione che le
ho consegnato a brevi mani; come dire quello che dice qualcuno ha un peso diverso
rispetto a quello che dicono altri; questo è molto grave Questore. Il SIAP sta con i
colleghi, quelli che subiscono, le quotidiane ingiustizie e vessazioni che nulla hanno a che
fare con la professionalità richiesta ai poliziotti. Non staremo mai dalla parte di coloro le
cui funzioni tracimano il ruolo affidatogli, specie se invischiati in logiche sindacali,
calpestando la dignità e umanità dei lavoratori, che prima di essere tali sono uomini. Noi
caro Questore non siamo un sindacato giallo, saremo sempre contro coloro che
ricoprono incarichi e funzioni non certo per merito o il proprio curricula professionale.
Abbiamo constatato in questa sgradevole vicenda la sua sensibilità verso i
rapporti e le relazioni che lei intende tenere con la nostra Organizzazione, fatto che
sapremo tenere in debita considerazione per i nostri futuri rapporti. Mi viene da
sorridere, pensando tutte le volte che la Nostra Amministrazione chiede responsabilità
delle OO. SS. nel “denunciare” ciò che i lavoratori della Polizia di Stato devono subire
ogni giorno, dimenticando poi così in fretta, quando questo si richiede al ruolo o a una
funzione delicata e importante nelle dinamiche decisionali, come quella oggetto della mia
missiva .

Detto questo Sig. Questore, le esprimiamo con decisione la nostra assoluta
contrarietà a quanto da lei attuato, il SIAP userà ogni lecito mezzo per denunciare un
simile atteggiamento e mi lasci dire, se questo dovesse essere il suo biglietto da visita per
ciò che attiene il modello della relazioni sindacali il SIAP di Milano non lo condivide,
certamente potrà trovare il consenso di altre componenti, sempre che non l’abbia già
trovato ci domandiamo. Vogliamo credere che Lei abbia l’onestà intellettuale di rivedere
tutta la vicenda non avvalendosi di consiglieri che sono ampiamente schierati e coinvolti,
quindi, non possono essere terzi nella valutazione delle opportunità. Se invece, il
messaggio dovesse essere quello che Lei ha sempre ragione lo rispetteremo, ma non lo
accetteremo mai. Pretendiamo un Questore libero e non come qualcuno in queste ore e
in questi giorni vorrebbe far credere, ostaggio dei collaboratori del passato, quando
rivestiva altro tipo di ruolo, molto diverso da quello che compete ad una autorità
pubblica e terza.


Distinti saluti.