Polizia di Frontiera di Orio al Serio

Polizia di Frontiera di Orio al Serio

Bergamo, 21 luglio 2012 - Denuncia alla Commissione Europea

ALLA COMMISSIONE EUROPEA
Agenzia Europea per la Gestione della Cooperazione operativa alle Frontiere esterne - FRONTEX -
= VARSAVIA =

e, p.c.

ALLA COMMISSIONE EUROPEA
Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea - EASA -
= COLONIA =

AL MINISTERO DELL’INTERNO
Dipartimento della Pubblica Sicurezza
Ufficio Relazioni Sindacali
= ROMA =

Alla II Zona Polizia di Frontiera
= MILANO =

All’Ufficio Polizia di Frontiera
= ORIO AL SERIO =

Alla Segreteria Nazionale SIAP
= ROMA =

OGGETTO: Ufficio Polizia di Frontiera presso l’Aeroporto Internazionale di Orio al Serio.-
Applicazione del Catalogo Schengen UE sui controlli alle frontiere esterne, rimpatrio e riammissione 7864/09 del 19.03.2009 e del Regolamento (CE) n. 562/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio.-


La scrivente Organizzazione Sindacale porta a conoscenza di codesta Commissione Europea l’inosservanza del Catalogo Schengen UE sui controlli alle frontiere esterne, rimpatrio e riammissione 7864/09 del 19.03.2009, presso l’Aeroporto Internazionale di Orio al Serio.

L’Ufficio preposto al controllo di frontiera, infatti, nonostante le ripetute sollecitazioni di natura sindacale (Allegati 1, 2 e 3) non ha provveduto ad uniformare la propria organizzazione

interna e la pianificazione delle proprie attività operative alle raccomandazioni e migliori pratiche contenute nel Catalogo Schengen UE e quindi risulta inosservante dell’art 14 Regolamento (CE) n. 562/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio perché non è in grado di “garantire un livello efficace, elevato ed uniforme di controllo alle frontiere esterne.”

La prima, macroscopica e fondamentale discrepanza tra la teoria delle raccomandazioni e la pratica dell’Ufficio si rileva al punto 2.22 del Catalogo laddove si dice che “per essere efficaci, le verifiche richiedono un organico sufficiente”. L’aeroporto di Orio al Serio, infatti, nel 2011 ha registrato 8.419.948 passeggeri, di cui 5.833.492 internazionali, a fronte di un organico dell’Ufficio preposto ai controlli di frontiera e di sicurezza aeroportuale pari a 85 unità (più 7 tra artificieri e cinofili - Allegato 4). Il dato quantitativo dei passeggeri internazionali dev’essere però chiarito qualitativamente considerando le destinazioni servite perché lo scalo aereo di Orio al Serio è collegato da voli di linea con numerosi Paesi considerati a rischio di immigrazione clandestina: Marocco (Casablanca, Tangeri, Marrakech, Fez), Egitto (Alessandria d’Egitto, Cairo), Turchia (Istanbul), Cipro (Paphos), Albania (Tirana), Kosovo (Pristina), Macedonia (Skopjie), Bosnia Erzegovina (Mostar), Moldavia (Chisinau), Ucraina (Chernovtsy), e destinazioni intra-comunitarie che presentano noti profili di criticità come la Grecia (Salonicco, Patrasso, Kos, Rodi, Volos, e altre), la Romania (Bucarest, Timisoara, Constanta, Bacau, Cluj-Napoca, Arad, Tirgu Mures e altre) e la Bulgaria (Sofia, Plodvid).

A conferma del fatto che lo scalo di Orio al Serio ha assunto nel tempo un profilo di rischio dal punto di vista dell’immigrazione clandestina ci sono le statistiche ufficiali che parlano di oltre 400 sequestri di documenti falsi nel 2011 (Allegato 5a) e l’individuazione, per la prima volta in Italia, di alcuni specifici modus operandi come ad esempio quello del noleggio di piccoli aeromobili privati dalla Grecia per eludere i controlli a campione previsti per le tratte interne o quello di cittadini del cd. corno d’Africa che regolarmente residenti in Italia si sono prestati sistematicamente a favorire connazionali che cercavano di raggiungere i Paesi della Scandinavia attraverso documenti falsi clonati dai propri (Allegato 5b), modus operandi che prevedeva inoltre la loro presentazione al banco check-in al posto del clandestino per aggirare il controllo effettuato dalla compagnie aeree low-cost sui passeggeri extra-comunitari dotati di carte d’imbarco elettroniche (cd. visa-check), ed ancora quello di giovani cittadini albanesi che, agevolati dal fatto di fare ingresso in Europa in regime di esenzione di visto e per la coincidenza di avere un volo per Londra e uno per Tirana praticamente allo stesso orario e dalla stessa sala imbarchi, trovano la via di emigrare clandestinamente verso il Regno Unito sottoponendosi al controllo documentale in uscita dal territorio nazionale con il proprio passaporto e una carta d’imbarco per Tirana ma poi presentandosi al gate d’imbarco per Londra con un carta d’identità italiana falsa e una carta d’imbarco on-line. Ad aumentare il carico di lavoro degli operatori di polizia si consideri altresì che l’aeroporto serve parecchie destinazioni che sono interessate da un aggravio delle procedure di sicurezza: Regno Unito (Londra e altre), Russia (Mosca, San Pietroburgo), Israele (Tel Aviv e altre). E, per finire, lo scalo è anche un hub merci con un cospicuo movimento di cargo.


Sebbene sia del tutto ragionevole sotto l’aspetto della pianificazione dei dispositivi di servizio non dimensionare un ufficio di polizia sull’episodio di massima criticità è pur vero che una valutazione sul lungo periodo degli episodi critici che si presentano, relativamente all’intensità e alla frequenza con cui si ripetono, sta alla base dell’attività che gli organi di polizia di livello centrale devono fare per adeguare le proprie strutture alle necessità operative. Nel caso dell’Ufficio di frontiera di Orio al Serio sono accaduti moltissimi singoli episodi che hanno sottoposto il personale in servizio ad un picco nel carico di lavoro che ha completamente messo in crisi l’Ufficio mettendolo in condizioni di non poter rispondere adeguatamente alle proprie attività ordinarie. L’ultimo del 16 luglio c.m. (Allegato 5c) è emblematico: con un volo da Alessandria d’Egitto giungevano 13 cittadini egiziani con visto falso e il personale del turno notturno che ha dovuto affrontare tutte le incombenze di ordine penale, amministrativo e di vigilanza dei respinti era costituito da soli 7 operatori di polizia. L’episodio si è risolto solo a distanza di alcuni giorni quando l’ultimo respinto è stato rimpatriato e si è ripetuto in misura minore a distanza di soli tre giorni con altri 5 respinti. È appena il caso di sottolineare che tali situazioni, in un periodo d’incremento del traffico aereo e di riduzione del personale a disposizione per via del periodo estivo, assorbono grandi risorse per la gestione logistica di un gruppo così numeroso di persone con gravi ripercussioni sull’attività ordinaria che viene portata avanti con grande difficoltà.

Ma gli episodi che hanno messo in crisi l’ufficio sono stati molti. Nello scorso mese di giugno la gestione di una dozzina di cittadini afghani arrivati con volo di linea dalla Grecia ha richiesto l’attivazione della procedura di riammissione e l’impiego di molto personale per il trasferimento presso gli aeroporti di Linate e Malpensa ed anche per la scorta sull’aeromobile al fine di eseguire il rimpatrio coatto. Molte altre volte è invece accaduto che il percorso compiuto dai clandestini prevedesse la partenza da Orio al Serio. In passato almeno almeno tre grossi gruppi di cittadini cinesi, rispettivamente di 16, 8 e 6 persone, tentarono di raggiungere il Regno Unito, muniti di passaporti falsi (della Malaysia, di Macao o di Honk Kong), scegliendo invariabilmente i turni serali o domenicali che erano e sono tuttora meno presidiati (mediamente 7 o 8 poliziotti, raramente di più e spesso meno), mettendo così in crisi l’Ufficio e impedendone qualsiasi altra risposta in materia di controlli efficaci delle frontiere esterne. Molte altre volte non si è trattato di affrontare grossi gruppi coordinati di clandestini ma di gestire contemporaneamente più situazioni: denuncia di più cittadini stranieri con documenti falsi, arresto di ricercati dalla giustizia italiana ed europea (Allegato 5d), questioni di ordine pubblico legate a cancellazione o prolungati ritardi di voli (Allegato 5e) anche a causa della limitata assistenza a terra che le compagnie a basso costo forniscono ai lori clienti (mancata riprotezione su altri voli, mancato o ritardato invio ad alberghi, ecc...). Ed è opportuno tener conto del fatto che sebbene lo scalo di Orio al Serio sia considerato facente parte del sistema aeroportuale milanese, in caso di necessità non può contare sul supporto delle forze dell’ordine del capoluogo lombardo bensì solo sul modesto contributo della questura di Bergamo, che è una realtà minore nel panorama italiano e che già soffre di carenza di personale per questioni afferenti la dinamica di riduzione degli organici in corso a livello nazionale, e che può quindi contribuire al massimo con una volante composta da due operatori.

La struttura aeroportuale è stata adeguata all’accresciuto movimento passeggeri solo nella parte che riguarda il terminal partenze mentre la zona dedicata agli arrivi (Foto n. 1, 2, 3 e 4) è il risultato di un dimensionamento progettuale ormai datato e del tutto inadeguato al traffico attuale. Pertanto risultano certamente inattuate le raccomandazioni di cui ai punti 3.35, 3.37 e 3.39 del Catalogo. Le infrastrutture ai valichi di frontiera non sono adeguate al flusso di passeggeri né possono garantire condizioni di sicurezza e sociali (si notino le lunghe balaustre fisse per incanalare i flussi dei passeggeri - Foto n. 8). In primo luogo la sala d’arrivo risulta in grado di accogliere i passeggeri di un paio di voli mentre è frequente l’accodamento persino di 4-5 voli con molte persone che quindi attendono anche 2 ore prima di essere sottoposte ai controlli di frontiera o che restano i fila all’esterno del terminal. Tale situazione, oltre a evidenti questioni di safety legate al fatto che la strada perimetrale percorsa dai mezzi di servizio costeggia il fabbricato aeroportuale, produce una grossa falla in termini di attività di contrasto dell’immigrazione clandestina poiché le porte per i passeggeri dei voli con origine intra-comunitaria si trovano poche decine di metri più in là (Foto n. 5 e 6) e la presenza di passeggeri fuori dai prescritti camminamenti è del tutto comune perché la tipologia di traffico low-cost dell’Aeroporto di Orio al Serio prevede quasi esclusivamente operazioni di sbarco/imbarco passeggeri a piedi o con autobus mentre non è previsto l’impiego dei finger, pur disponibili.

In secondo luogo gli arrivi extra-Schengen dispongono di sole 4 cabine e 6 corsie, ovvero di 2 corsie aggiuntive prive di postazione di controllo, usate per i cd. snellimenti o per il transito dei passeggeri a ridotta mobilità o per gli equipaggi, senza che per altro dette corsie siano segnalate in tal senso. Inoltre le cabine non sono orientate verso i passeggeri bensì poste lateralmente in una posizione che durante le normali operazioni di controllo documentale impedisce agli operatori una corretta vigilanza delle corsie non presenziate (Foto n. 7), cosa che accade frequentemente in ragione dell’organico non adeguato di cui sopra. Tale difficoltà nella vigilanza si è manifestata in più occasioni in modo eclatante laddove l’arrivo concomitante dei passeggeri di più voli ha consentito ad alcuni clandestini di guadagnare la fuga sottraendosi ai controlli di frontiera (Allegato n. 6) semplicemente passando nelle corsie che si trovano alle spalle degli operatori o addirittura muovendosi carponi tra i passeggeri in coda per il controllo sfruttando la favorevole combinazione prodotta dalla scarsa visibilità che gli operatori hanno dall’interno della cabina (Foto n. 9 e 10) e dall’omertà degli altri passeggeri (voli provenienti dal Marocco).

Infine, le strutture aeroportuali sono inadeguate anche per quanto riguarda il luogo ove vengono trattenute le persone sottoposte a misure amministrative come i respingimenti alla frontiera o in stato di fermo per identificazione. L’unico spazio messo a disposizione dell’Ufficio è un box prefabbricato delle misure approssimative di 4 m x 4 m, ricavato nella sala d’attesa degli Arrivi Exta-Schengen, arredato esclusivamente di 2 panche di metallo e una coperta di lana (Foto n. 11 e 12) di cui non è prevista la sostituzione ad ogni uso poiché l’Ufficio o la Società di gestione o le Compagnie aeree non hanno mai stabilito alcuna procedura di ripristino del luogo se non la semplice pulizia ordinaria dei pavimenti (Allegato n. 7).

L’ultimo aspetto concerne la pianificazione dei dispositivi di controllo e vigilanza dei valichi di frontiera. Al riguardo l’Ufficio Polizia di Frontiera di Orio al Serio non si adegua alle raccomandazioni 4.41 e 4.42 del Catalogo in quanto il numero di agenti impiegati non è adeguato, come già sopra accennato, né esiste la figura di capo-turno così come delineata dal Catalogo. Infatti, i turni di frontiera non prevedono la presenza di agenti in seconda linea né di altro personale specializzato (esperti documentali) se non in forma residuale sul quadrante orario 7,00/13,00 dal lunedì al sabato e comunque senza una precisa e formale indicazione sul documento ufficiale con il quale vengono impartiti gli ordini e assegnati i compiti (cd. ordine di servizio giornaliero). Inoltre il capo-turno non è incaricato in via esclusiva della supervisione dei compiti affidati alle unità preposte alle verifiche di frontiera bensì svolge tale funzione contemporaneamente a quella principale che in genere è quella di operatore di frontiera. È del tutto usuale, ad esempio, che al controllo di frontiera in ingresso nello spazio Schengen vi siano solo due operatori di cui uno dei due è il capo-turno. Tale concentrazione di mansioni è altresì aggravata dal fatto che il capo-turno deve supervisionare almeno 10 unità operative non solo sotto l’aspetto del controllo del valico di frontiera ma anche di tutte le altre attività proprie dell’Ufficio di cui fa parte e che le norme interne dello Stato fanno su di lui ricadere.

Alla luce di tutto quanto sopra esposto, a parere della scrivente Organizzazione Sindacale, appare evidente che l’Ufficio Polizia di Frontiera di Orio la Serio non dispone “di personale e risorse appropriati e sufficienti per effettuare il controllo di frontiera alle frontiere esterne e garantire un livello efficace, elevato ed uniforme di controllo alle frontiere esterne” né “le infrastrutture sono adeguate al flusso di passeggeri né possono garantire condizioni di sicurezza e sociali.”

Si rimane a disposizione per ogni chiarimento. Con ossequi.


Gianluca Brembilla
Segretario Generale Provinciale


Allegati:
Comunicato Siap N. 86/2011/SIAP/PROV. del 10 ottobre 2011;
Comunicato Siap Nr 48/2012/SIAP/PROV del 28 marzo 2012;
Comunicato Siap Nr 334/2006/SIAP/PROV del 19 dicembre 2006;
Ordine di servizio dei giorni 24.02.2012, 01.06.2012, 08.06.2012, 16.07.2012;
Articoli del Giornale locale;
Comunicato Coisp Prot. S72/08 del 26 novembre 2008;
Comunicato Coisp Prot. 1184/09 S.N del 3 novembre 2009 ;
Fotografie.