RIORDINO DELLE CARRIERE -VIA LIBERA ANCHE AL SENATO-

RIORDINO DELLE CARRIERE -VIA LIBERA ANCHE AL SENATO-

EDITORIALE DEL SEGRETARIO

RIORDINO DELLE CARRIERE, UN PASSO IMPORTANTE PER I DIRITTI DEI POLIZIOTTI
di Tommaso Vendemmia

Con l’approvazione dell’emendamento sul riordino delle carriere, si chiude un capitolo importantissimo sulla tutela dei diritti dei poliziotti che da anni sono in attesa di un riconoscimento della professionalità legata alla delicata funzione svolta e dall’oppressione prodotta da un insensato e durevole immobilismo dello sviluppo dei ruoli e delle qualifiche. Un passo che sapientemente è stato costruito, mattone su mattone, per rendere accettabile un riordino a misura per un comparto variegato e con professionalità distinte. Solo grazie alla paziente opera di tessitura delle condizioni politiche favorevoli, espletata dal SIAP e del partito di Governo, ha potuto raggiungere uno degli obiettivi forse più importanti della nostra amministrazione. Ripercorrendo nel tempo questi ultimi anni, viene forse d’obbligo rinfrescare le memorie dei tanti su cosa ha fatto il Sindacato dei Poliziotti per i poliziotti.

Blocco contrattuale, disposto dalla c.d. riforma Brunetta, il blocco del 2010, cela un doppio disagio per i lavoratori del Comparto. Infatti, il decreto oltre a rielaborare le validità contrattuali, modificando la parte economica da due a tre anni, impedisce nel contempo, nel 2009, di effettuare un contratto ormai scaduto, nella consapevolezza dell’allora Governo, dell’imminente scure che a poco avrebbe sferrato. In effetti, l’ultimo contratto si registra con provvedimento retroattivo dal Governo Prodi 2008, che oltretutto sboccava i meccanismi di blocco dell’aumento dello straordinario fermo al 2005, per effetto di una norma contrattuale ( Governo Berlusconi d.p.r. 164/02).

Nel 2010 quindi, la riforma della P.A., produce tre effetti solo per i poliziotti: blocco contratto, blocco assegni di funzione, blocco del tetto economico ( avanzamenti e scatti di classe- indennità ) oltre il pagamento della prima giornata di malattia e ed altre variazioni di carattere normativo di cui effetti sono stati minimi per i poliziotti. Inoltre, ricordiamo la produttività che se non variata con l’opportuna modifica nella contrattazione di secondo livello, che la mutò da FESI a indennità di funzione, ne avrebbe sorbito effetti devastanti per le FF.OO., e poi: blocco del turn over e blocco pensioni.

E’ dal lontano 2010 che il Siap, grazie anche ad un cartello di sindacati maggioritari, con ben oltre 24 manifestazioni, incontri con i leader di partito e interventi in audizione presso le competenti sedi parlamentari, ha parato colpo su colpo con ciò che normativamente era possibile. Una tantum, ricorso al Tar Puglia e Lazio per l’ottenimento e il riconoscimento non solo dell’illegittimità del blocco, ma dal diritto di percepire gli arretrati 2012, 2013 e 2014 ( sentenza ancora attesa) ma anche l’abolizione del pagamento della giornata di malattia, le pensioni che grazie alla manifestazione davanti al MEF e al successivo incontro con il Direttore Generale, permise di realizzare una piattaforma meno penalizzante per i poliziotti, anche grazie al il riconoscimento della specificità, diventata legge dello Stato, dopo vari interventi politici.

Le grandi battaglie da noi vinte, lo sblocco dei tetti salariali, operato a Gennaio 2015 che finalmente ha ridato il maltolto a tanti operatori, la stenuante e logorante ricerca di vanificare il lavoro della maggioranza dei sindacati dei poliziotti, con campagne mediatiche vergognose, accusando di una serie di insensate bugie il Sindacato SIAP e il Governo sulla veridicità delle risorse per lo sbocco, che a dire di chi ha fatto di una battaglia sindacale una battaglia oppositiva politica, il tutto era pagato sulla pelle dei poliziotti con le detrazioni di soldi dagli stipendi, dalla produttività, dagli straordinari e con i soldi del riordino.

Oggi, con estrema fierezza delle nostre battaglie, le battaglie di tutti i poliziotti anche quelli che non hanno creduto, possiamo affermare; l’aumento della Produttività che chiuderà per quest’anno con il 19% in più dell’anno scorso, l’assegno complessivo ( agosto 2015), gli straordinari aumentati nei Baget annuali e pagati con il saldo degli arretrati ( Tav, nord africa ecc.) ed infine la legge delega che permetterà la revisione dei ruoli della Polizia di Stato con le relative coperture. Infine, come auspicato l’apertura della stagione contrattuale prevista per il 2016, l’arruolamento per concorso e l’ampliamento delle graduatorie di assunzione.

Queste sono le battaglie del sindacato che ha pure tutelato nei posti di lavoro migliaia di operatori che per effetto, non dipendente alla nostra volontà, sono stati catapultati nel pieno della crisi sociale dello Stato italiano, con le decine di manifestazioni dei lavoratori in crisi, con l’immigrazione, con il terrorismo, affrontati in piena crisi economica che ha prodotto anni di tagli alle risorse sulla sicurezza con irresponsabilità e ricadute in tutto il sistema, sboccati solo nel 2014 con provvedimenti dell’attuale Governo. Ma anche le campagne mediatiche contro i poliziotti con i presunti numeri sui caschi, la legge sulla tortura e altri provvedimenti che sono stati discussi e sono in discussione, ma anche gli inevitabili attacchi anche di politici che traducono nella polizia i mali di una incapace comunicazione e linea politica.

Certamente c’è tanto da lavorare e tanto da fare, ma il SIAP condurrà sempre e solo le battaglie per la categoria, per i poliziotti, lasciando agli altri l’ideologia politica figlia di vecchie politiche di scambio. I poliziotti non appartengono al partito di turno, sono operatori al servizio di tutti a prescindere il colore e la fede politica e soprattutto, i Sindacati di polizia, attaccati con provvedimenti che hanno tentato di ridurne la capacità ( tagli dei permessi, partecipazione limitata o il tentativo di modifica degli Accordi) e non solo, sono e rimangono espressione di una categoria difficile e complessa e sono in campo per difenderne i diritti di tutti i colleghi indistintamente dalla maglia indossata dal Governo di turno.


Catania il 10 luglio 2015