L'Intervento - Richiesta di revisione normativa relativa ai profili dei ruoli tecnici dei funzionari della Polizia di Stato

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La normativa di riferimento è la Legge 11 gennaio 2018, n. 3, nota come “Legge Lorenzin”, che ha provveduto al riordino e al riconoscimento di diverse professioni sanitarie — tra cui biologi, fisici, chimici, infermieri e psicologi conferendo delega al Governo per la revisione complessiva del settore e per l’istituzione di nuovi Ordini professionali e relativi albi. In particolare, l’articolo 8 della Legge 3/2018 riguarda il riassetto delle professioni di chimico e fisico, mentre l’articolo 9 disciplina quelle di biologo e psicologo. Per gli psicologi, la stessa legge ha ufficialmente sancito la natura sanitaria della loro attività, trasferendone la vigilanza dal Ministero della Giustizia al Ministero della Salute e favorendo, nel contempo, la costituzione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche e Ostetriche, con le rispettive Federazioni nazionali.

La possibilità per gli psicologi della Polizia di Stato di esercitare la libera professione è stata successivamente riconosciuta attraverso una modifica al decreto legislativo 5 ottobre 2000, n. 334, che ha introdotto il comma 1-ter all’articolo 37, estendendo agli psicologi della carriera dei funzionari tecnici la disciplina già prevista dall’articolo 52-bis per i medici e i medici veterinari della Polizia di Stato. Tale disposizione consente agli psicologi di svolgere attività libero-professionale, pur con alcune limitazioni, come il divieto di prestazioni retribuite nei confronti dell’Amministrazione di appartenenza e nei procedimenti medico-legali connessi. Essa recepisce, in forma normativa, quanto già affermato dalla giurisprudenza costituzionale e amministrativa in particolare la Sentenza n. 98/2023 della Corte Costituzionale e l’ordinanza del Consiglio di Stato del 10 febbraio 2022 che avevano riconosciuto il diritto degli psicologi delle Forze Armate e di Polizia a esercitare la libera professione, in virtù del principio di parità tra le diverse figure sanitarie.

Nonostante ciò, si rileva come, pur essendo biologi e chimici riconosciuti a tutti gli effetti quali professionisti sanitari ai sensi della Legge 3/2018, nessuna analoga modifica normativa sia stata finora prevista per consentire loro, se impiegati nella pubblica amministrazione — e in particolare nella Polizia di Stato, come anche in altri corpi istituzionali di esercitare la libera professione alle medesime condizioni previste per medici e psicologi. In seno alla Polizia di Stato, infatti, specifiche deroghe legislative alle incompatibilità con il pubblico impiego sono state introdotte esclusivamente per i medici e, da ultimo, per gli psicologi, mentre nulla di simile è stato disposto per biologi e chimici.

Ne deriva una situazione paradossale: da un lato l’Amministrazione impone a tali professionisti l’iscrizione all’albo e l’assolvimento degli obblighi di formazione continua (ECM), equiparandoli di fatto alle altre professioni sanitarie; dall’altro, tuttavia, non riconosce loro le stesse prerogative, limitandosi a imporre doveri senza concedere i corrispondenti diritti e tutele.

Senza indulgere in richiami retorici alla Costituzione, che pure sancisce la parità di dignità e riconoscimento tra le diverse categorie professionali, appare evidente che, alla luce delle recenti evoluzioni giurisprudenziali e normative che hanno equiparato la posizione degli psicologi della Polizia di Stato a quella dei medici in materia di libera professione, sia ormai necessario un intervento legislativo volto a eliminare le sperequazioni tuttora esistenti.

Pertanto, questa Segreteria Nazionale chiede a codesto Dipartimento di attivarsi presso le competenti sedi istituzionali affinché anche i funzionari biologi e chimici della Polizia di Stato possano beneficiare delle medesime possibilità e prerogative già riconosciute ai loro colleghi medici e psicologi, nel rispetto dei principi di equità e uniformità dell’ordinamento.

In attesa di un cortese riscontro, si porgono distinti saluti.

 

La Segreteria Nazionale

Giuseppe Tiani

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