Crisi Economica e di Valori

 Non possiamo e non posso concordare con coloro i quali ritengono che Machiavelli avesse ben ragione a separare l’etica dalla politica. Nel nostro Paese, infatti, i due elementi sono da tempo, oramai, intimamente confusi e ogni tanto artatamente sovrapposti, per fini certamente non definibili nobili. Ma non si può negare che le istituzioni pubbliche e di governo, a cui sono chiamati gli uomini politici attraverso le elezioni o le nomine per incarichi di rilievo e responsabilità, debbano necessariamente avere un profilo etico nella gestione della cosa pubblica. Non è un caso se in tutti i dibattiti, e non solo quelli nazionali, si parla di etica pubblica o istituzionale. L’agire degli uomini pubblici non può essere svincolato dai principi e dai valori della nostra carta Costituzionale, ineludibile collante della Repubblica e del suo corpo istituzionale, amministrativo, sociale, economico, politico e sindacale, condizione necessaria affinché ogni cittadino possa esprimersi attraverso il lavoro, la cultura, lo sport l’economia ecc…, valorizzando così la sua dimensione umana e di relazione in seno alla società in cui vive. Ma in questo periodo particolare della nostra vita istituzionale, il Paese non solo subisce gli effetti di una gravissima crisi dell’economia globalizzata, ma anche una crisi di valori evidente, palesemente sotto gli occhi di tutti, la quale genera oggettivamente diseguaglianza e ingiustizia. (...)

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