Il Sindacato dei Poliziotti uniti dalla Base - Editoriale del Segretario SdP Michelangelo Starita

Il mondo del lavoro, oggi, nel nostro paese sembra attraversato da un fiume di rassegnazione ed indifferenza rischiando di minare in maniera lenta e progressiva i diritti dei lavoratori sia del pubblico impiego che dei settori privati. La Polizia di stato non è purtroppo immune da queste preoccupanti degenerazioni sistemiche anzi, essendo legata a vecchi retaggi e a una legge partorita oltre 30 anni fa , soffre molto di più di queste patologie accentuate dalla crisi economico-globale che stiamo vivendo. Il pericolo che intravedo nel breve periodo è l’indifferenza e la mancanza di rivendicazioni materializzate con fatti concreti al di la degli slogan di facciata da parte di molte organizzazioni sindacali di categoria che appaiono più interessate agli equilibri interni e alle lotte intestine che all’interesse del lavoratore in divisa. La mancata previdenza integrativa, il nuovo sistema pensionistico, i mancati trasferimenti e il miraggio del riordino delle carriere sono, a mio giudizio, come tante metastasi di un cancro maligno che sta divorando la vita lavorativa del poliziotto e del suo futuro prossimo e remoto, messo in discussione inequivocabilmente da prospettive devastanti sul piano pensionistico sia dei giovani poliziotti che dei colleghi arruolatisi negli anni 90. Tutto sembra scivolare via nell’indifferenza come se una pensione da fame non fosse il problema che riguarderà la totalità degli appartenenti alla polizia di stato nei decenni a seguire e le domande che un osservatore più o meno attento si dovrebbe porre non sono quelle che rappresentano le cause e i motivi che ci hanno condotto a questa devastante situazione ma come suscitare nelle coscienze dei poliziotti una “rivolta morale” che faccia capire al governo di turno che il poliziotto è un lavoratore diverso da tantissime altre categorie e la sua dignità non può essere violentata. Tutti sanno che il sindacato di polizia è un sindacato che ha strumenti di lotta ridotti dai legacci della legge 121/81 ma se una organizzazione di categoria non riesce nemmeno ad utilizzare al meglio le “armi di lotta” e i percorsi di rivendicazione che la legge consente, quella organizzazione dovrebbe aprire un serio dibattito sulla propria utilità e sulla propria esistenza come associazione di categoria. Il Sindacato dei Poliziotti SdP nasce dall’esigenza di un gruppo storico di Dirigenti sindacali di creare un soggetto rivendicativo “diversamente attento” alle questioni importanti, un sindacato che focalizzi la propria tenace attenzione su pochi obbiettivi che oggi rappresentano le fondamenta dei nostri diritti perseguendo costantemente tutti i percorsi di lotta consentiti dalle leggi e dalla nostra costituzione, un sindacato che programmi le attività in funzione delle prospettive e del futuro dei lavoratori della Polizia di Stato. L’SdP nasce anche con il modesto intento di realizzare, attraverso un rapporto affiliativo e organico al SIAP per la condivisione di ideali e obiettivi di quella sigla, costituendo così un polo di attrattiva nei confronti di quei colleghi e dirigenti sindacali stanchi delle solite sigle e delle loro strategie troppe volte riscaldate, ma che vogliono sentirsi parte di una famiglia affiatata e solidale, sotto l’unico tetto di un sindacato fortemente rappresentativo. Attraverso i naturali maggiori consensi e dal conteggio degli aridi numeri, il SIAP con l’apporto progettuale e strategico del SdP, potrà certamente essere definito nel brevissimo periodo ancora più “grande”, e competere alla pari sul piano della rappresentanza dei numeri con i primi due per il momento. Il fatto che anche altri stimati, leali e VERI  gruppi di amici di vecchia data come Antonino Alletto che guida il SPIR abbiano fatto la nostra stessa scelta e con le stesse modalità, ci induce a considerare questo itinerario politico sindacale come quello che, sicuramente, ci farà vivere enormi soddisfazioni e successi rivendicativi. Non vorrei peccare di presunzione ma penso che il primo obbiettivo o, come amano dire gli esterofili, il primo “step”, di questo progetto ambizioso è stato già raggiunto attraverso la determinazione di chi pur rivestendo incarichi autorevoli in sigle autoreferenti al punto da considerarsi “blasonate” si è rimesso in discussione, prima ideando, e poi realizzando un progetto che sia d’impulso a tutto il movimento sindacale. Un progetto unitario dunque non la solita federazione di comodo, che si concretizzerà in due tempi e nel breve periodo, prima sul piano politico sindacale e poi sul piano organizzativo. Diceva un grande filosofo e storico di cui sono indegnamente conterraneo, che la storia è maestra di vita e si ripete sempre e proprio la storia ci insegna che nel mondo del “lavoro in divisa” dell’intero comparto sicurezza le sigle contraddistinte solo dai loghi confederali, in termini di consensi, ma non solo, non hanno mai portato a risultati importanti, ma al contrario, assolutamente modesti, la confederalità valore aggiunto delle categorie professionali del mondo del lavoro non si esprime con un logo è un’altra cosa, ma di questo aspetto avrò altre occasioni per discuterne con tutti Voi. In giro negli uffici di Polizia del nostro paese l’ispirazione politico-sindacale lascia sempre più il passo ad una grande sete di informazione realistica, vera concreta e non manipolata secondo gli interessi del momento o di potere delle solite sigle, (non deviata quindi da appartenenze preconcette di tipo ideologico) ed i poliziotti ricercano nel collega sindacalista un punto di riferimento certo nelle grandi e soprattutto nelle piccole problematiche di ogni giorno, infatti siamo giunti ad una tale ipocrisia che qualche sigla che ha perso l’orientamento scrive di aver salvato da sola le nostre pensioni, ovviamente non ci credono neanche i bambini, ma tale modo di fare poi danneggia tutti noi. L’Sdp è stato ideato con questa ambizione da me e da Annibale Falco uno dei dirigenti sindacali più addentrati nelle norme che regolamentano la vita del poliziotto e questa idea già condivisa e sposata anche dall’amico Raffaele Padrone è diventata una realtà che sempre di più prende corpo, forma e sostanza grazie soprattutto a tutti i segretari provinciali che avendo aderito stanno ramificando i nostri ideali e le nostre prospettive in tutte le province Italiane, le quotidiane designazioni e nomine di segretari che si susseguono su tutto il territorio mi fanno affermare che stiamo realizzando con il SIAP senza se e senza ma, il sogno di un grande sindacato della base della polizia, che sia in grado di rappresentare tutti i ruoli e le qualifiche senza escludere nessuno, che sia integrato con il mondo del lavoro e faccia sentire la voce dei poliziotti al mondo politico e istituzionale
Roma settembre 2011
Michelangelo STARITA
 

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