SONO TRASCORSI 20 ANNI DALLE STRAGI DI PALERMO

Molti anni fa, in una fredda mattina di novembre nella scuola di polizia, un anziano poliziotto con le lacrime agli occhi ci disse: "L’inno e la bandiera racchiudono la testimonianza di chi ha sacrificato la propria vita per noi, di chi é morto per garantire a tutti noi i diritti e un futuro migliore". Ci ricordò un po' di nomi di ragazzi della nostra età uccisi dalle diverse forme della violenza assassina, ragazzi che avevano consacrato il loro coraggio alla memoria dell’eternità. Dopo quelle parole, quel giorno, la nostra bandiera, accompagnata dall'Inno nazionale, mentre veniva issata per raggiungere la parte più alta del pennone, lo scorrere del tempo fu lunghissimo, la mia mente perse la cognizione del tempo. Io giovanissimo poliziotto in uniforme, mi sono sentito per un attimo inadeguato, inadatto per il difficile compito che mi aspettava. Credo che non si trattasse solo di un problema di onore o altro. Era il senso di qualcosa di più, della vita che s’immola per una causa che non é per nulla eterea, é la causa di tutti quelli come Noi, che possono morire per proteggere un magistrato, uno statista o un sindacalista, di chi si lancia tra le fiamme o nel mare agitato per salvare un bambino, di chi fa scudo con il proprio corpo ai proiettili diretti a un'altra persona. Com’è altrettanto nobile, il quotidiano gesto di chi lavora in fabbrica 12 ore al giorno per far crescere sani i propri figli e contribuire così, al progresso civile del nostro popolo e della nostra Nazione, anche se poi non riesce a godersi a pieno la propria vita. Così come i tanti di noi che lottano la mafia e il terrorismo in ogni luogo, in ogni ambito in ogni settore, da poliziotto, insegnate, sindacalista, sacerdote, operaio o imprenditore, perché tutti possano vivere in un mondo migliore. Di chi non riesce a prender sonno se non risolve un caso che renda giustizia alle vittime innocenti, come la nostra Melissa di Mesagne, uccisa dalla follia criminale della mente perversa, che ha pensato quella strage di giovani ragazze, le cui vite sono state stroncate, come i piccoli boccioli dei fiori di campo impunemente calpestati, cui è stata tolta la possibilità di fiorire.
Non c'è destra, non c'è sinistra. C'è un coro unico di sentimenti e valori atemporali, attorno a cui, tutti ci dovremmo sempre stringere. Nonostante una parte della decadente classe dirigente e politica, che con le sue nefandezze, ci ha fatto perdere la fiducia e la stima, il rispetto, l'amore e l'orgoglio di essere cittadini sani del nostro paese, figli dell'Italia unita, quella vera che lavora, e ogni giorno assapora il sudore amaro della fatica quotidiana.
L'Inno e la bandiera sono il cuore sano di un'Italia malata, la cui crisi economica é solo uno dei suoi tanti mali. Ho pianto troppe volte delle bare avvolte nel tricolore, per sopportare di vedere ancora maltrattato l'inno e la bandiera. Se proprio non si riesce a rispettare queste supreme sintesi di meravigliosi sentimenti, allora portiamoli via dallo stadio, via da ogni posto pubblico, dove non ricevono il tributo dell’onore che meritano.
Amici, compagni, fratelli, l'Italia é nostra, riprendiamocela tutti insiemi, ma ricordandoci sempre ciò che siamo e da dove veniamo. Non ho mai mollato nella mia vita, ho sempre creduto che per qualcosa di puro e intrinsecamente nobile valesse la pena tutto. Una vita volta a cercare il bene é una vita spesa bene. Non voglio perdere fiducia adesso. Voglio credere, amare e lottare ogni giorno, vincere o perdere, ma non voglio chiedermi ogni giorno per chi o per cosa lo sto facendo. Ora lo faremo per arrestare quelle bestie che ci hanno portato Via Melissa, la nostra ragazza, figlia del sud e di tutti noi.
Componente Segreteria Provinciale Siap Palermo - Luigi Lombardo

"LA NOSTRA VITA COMINCIA A FINIRE

IL GIORNO CHE DIVENTIAMO SILENZIOSI

SULLE COSE CHE CONTANO" di Martin Luther King
 


 

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