È tornato Sap-pinocchio, ma la menzogna non piega la verità

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 improvvisamente riapparso con un comunicato dal tono trionfale, come se nel frattempo qualcuno ne avesse sentito la mancanza. Il copione è sempre lo stesso, autocelebrazione, appropriazione indebita di risultati collettivi e attacco frontale al SIAP, utilizzato come bersaglio di comodo per distogliere l’attenzione dai contenuti reali dei provvedimenti. Mettiamo ordine, senza slogan e senza illusioni. L’innalzamento dell’età pensionabile non è stato cancellato. È ancora pienamente in vigore. È stato semplicemente reso più graduale, un mese in più all’anno a partire dal 2028, con un danno strutturale che non scompare ma viene rinviato. Parlare di vittoria definitiva significa raccontare una mezza verità, che è spesso la forma più comoda della mistificazione. Quel modesto risultato, perché di risultato parziale si tratta, non appartiene a una singola sigla. È il frutto dell’intervento congiunto di tutte le organizzazioni sindacali del comparto sicurezza e difesa, comprese quelle militari e dei vigili del fuoco. Rivendicarlo come merito esclusivo significa riscrivere i fatti e attribuirsi un ruolo che fatti e testimoni, che hanno partecipato al confronto con il Governo smentiscono nero su bianco. Il SIAP, coerentemente con la propria storia, non è e non sarà mai un sindacato acquiescente. Noi non ringraziamo i Governi quando approvano provvedimenti che peggiorano le condizioni di lavoro e di vita del personale di polizia. Li contrastiamo. Sempre. Anche quando il danno viene solo “addolcito”, anche quando viene spostato più avanti nel tempo. L’attenuazione dell’impatto immediato non trasforma una misura sbagliata in una misura giusta. Probabilmente al SAP questo quadro va bene così. Lo si evince chiaramente dal comunicato del 20 dicembre, dal quale emerge una soddisfazione tale da arrivare a ringraziare il Governo per aver aumentato l’età pensionabile di poliziotti, carabinieri, finanzieri, militari e vigili del fuoco. È una posizione legittima, ma che non ci appartiene e che non condividiamo. Il SIAP non accetta confronti che danneggiano la categoria e non sarà mai parte di un sindacalismo compiacente, né oggi né domani. Come emerge dall’emendamento allegato e dal dibattito parlamentare, l’aumento dell’età pensionabile non è affatto archiviato, è stato solo dilazionato e rinviato a successivi provvedimenti che incideranno in modo significativo sulle pensioni del personale. Proprio per rispetto verso i colleghi, e per un principio elementare di trasparenza interna, alleghiamo il testo dell’emendamento così come riformulato dopo l’intervento sindacale. È la prova provata di ciò che realmente sta accadendo, senza la pressione di tutte le sigle del comparto sicurezza, difesa e dei vigili del fuoco, l’aumento sarebbe scattato immediatamente e in forma piena. Questo è il dato politico e sindacale. Tutto il resto è rumore. Noi contrasteremo con ogni forma e con ogni strumento tutti i provvedimenti che colpiscono il personale, oggi e nei prossimi passaggi parlamentari già annunciati. Altri hanno scelto di ringraziare il Governo per un aumento dell’età pensionabile semplicemente diluito nel tempo. È una scelta. La nostra è diversa e coerente, non accettiamo compromessi al ribasso e non ci abituiamo a chiamare “risultato” ciò che resta un danno rinviato. L’attacco al SIAP, ancora una volta, serve solo a coprire l’assenza di risultati reali e a costruire una narrazione rassicurante per la propria platea. Ma i colleghi non hanno bisogno di slogan, né di rappresentazioni consolatorie. Hanno bisogno di chiarezza, di coerenza e di una difesa reale dei propri diritti, anche quando questo significa dire no. Bentornato, dunque, Sap-pinocchio. Il copione è noto e non sorprende. Noi continuiamo a fare sindacato, non a raccontarlo. Dalla parte dei fatti, dei testi normativi e della dignità del personale. Oggi come domani.

Roma, 21 dicembre 2025

Nell'allegato il comunicato + l'emendamento in argomento.

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