Cari Vincenzo Annunziata e Francesco Quattrocchi

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Quando chi ha ricoperto ruoli di responsabilità sceglie di lasciare una sigla con cui ha condiviso anni di impegno, rinunciando alla continuità più comoda pur di restare fedele alla propria e condivisa idea, per una rappresentanza sindacale trasparente e partecipata, quel gesto assume il rango di responsabilità verso l’intera comunità professionale e merita ascolto e attenzione. Consentiteci di chiarire subito un punto, nel Siap nessuno Vi chiederà mai di rinnegare il passato e la militanza attiva nel Siulp. Ogni esperienza, anche quando approda ad un esito sofferto, entra a far parte del patrimonio comune del movimento sindacale di cultura confederale, quando si ha l’intelligenza di elaborarla e trasformarla in esperienza costruttiva, attraverso la memoria critica. La Vostra decisione e scelta, di aderire e sostenere il percorso del SIAP si colloca dentro il perimetro della libertà individuale e con il senso responsabilità verso la comunità dei colleghi, che hanno condiviso o condivideranno il vostro percorso sindacale con il Siap. Proprio perché, la scelta compiuta è stata libera e non inquinata da forme varie di volgare mercimonio, perché come noi credete nel servizio che il sindacato dei poliziotti deve rendere ai colleghi e alla collettiva. Nella Vostra lettera di dimissioni dal Siulp avete descritto con franchezza le motivazioni, sintetizzate in: “insufficiente partecipazione democratica, aree di opacità nella formazione delle decisioni, scarto tra dichiarazioni d’intenti e prassi operative, fatica quotidiana non sempre riconosciuta.” Non entrando nel merito delle dinamiche politiche, gestionali e organizzative di altre sigle, ciò che ci preme comunicarvi che quei segnali di sofferenza, li assumiamo come monito per esorcizzarli. I sindacati così come i partiti, che non coltivano il confronto reale delle idee e il dibattito scaturito dalle critiche, scivola lentamente nell’autoreferenzialità. Quando nel nostro gergo amichevole parliamo di “famiglia SIAP” non ricorriamo ad un artificio retorico, ma intendiamo una rete concreta di relazioni umane prima che sindacali, che si regge sull’ascolto, sulla trasparenza interna e sulla prossimità ai luoghi di lavoro. Dietro ogni tessera c’è un volto; dietro ogni volto turni di notte, servizi ad alto rischio, modulistica accumulata, famiglie che attendono, stanchezze, orgogli, ferite visibili e ferite silenziose. Se perdiamo di vista quei volti smettiamo di essere sindacato e diventiamo apparato. Il nostro impegno quotidiano è custodire questa umanità, perché dalla qualità delle relazioni nasce anche la forza negoziale con cui portiamo le istanze dei poliziotti nelle sedi istituzionali. In questa prospettiva Vi garantiamo un approdo sicuro fondato su regole chiare, le decisioni strategiche e le piattaforme rivendicative vengono anticipate alle strutture territoriali, discusse e solo poi formalizzate. Non esistono stanze chiuse né cerchie ristrette in cui si decide per tutti. Se qualcosa non Vi torna, chiedete; se vedete margini di miglioramento, proponete; se ritenete necessario un controllo, sollecitatelo. Il SIAP cresce ogni volta che un iscritto chiede conto con lealtà. Il valore professionale e umano che portate con Voi è significativo e concreto. Provenite entrambi da città con realtà operative complesse; avete coltivato relazioni sindacali in territori segnati da pressioni sociali e criminali; avete accompagnato colleghi in pratiche disciplinari, vertenze economiche e situazioni familiari delicate; avete sperimentato in prima persona quanto delicato sia l’equilibrio tra missione istituzionale e diritti individuali e collettivi. Tutto questo è ricchezza immediata per l’Organizzazione. Vi invitiamo sin d’ora a partecipare ai prossimi incontri nazionali di coordinamento e a condividere analisi, dati ed esperienze utili alla definizione della nostra linea rivendicativa. Il momento che il Comparto Sicurezza attraversa è delicato e richiede credibilità conquistata sul campo, e noi del SIAP non l’abbiamo ereditata ma costruita con fatica e senza padroni. Gli organici restano inferiori ai fabbisogni operativi; il potere d’acquisto è eroso dall’inflazione; i carichi di lavoro crescono; accanto ai rischi tradizionali emergono minacce cibernetiche e usura psicosociale; i contenziosi disciplinari aumentano; la percezione sociale oscilla tra aspettative altissime e critica sommaria. Abbiamo sviluppato e proposto una piattaforma rivendicativa che unisce adeguamenti retributivi indicizzati al costo della vita, riconoscimento dell’usura psicofisica, piani straordinari di assunzione, investimenti strutturali in formazione e dotazioni tecnologiche. Il patrimonio del vostro bagaglio informativo renderà più solida la nostra azione negoziale e di lotta. Desideriamo aggiungere una nota più personale, perché la dimensione umana dà senso a tutto il resto. Dietro ogni scelta sindacale ci sono notti insonni, confronti con i familiari, interrogativi su come conciliare servizio, rappresentanza e vita privata. Un Sindacato vale non solo per i contratti che sottoscrive, ma per la qualità della cura che offre nei momenti fragili: un lutto improvviso, un procedimento disciplinare inatteso, un trasferimento urgente, una malattia in casa, una nascita che chiede tempo e presenza. In queste circostanze la comunità SIAP si muove, si organizza, cerca soluzioni; non abbiamo mai lasciato e non lasceremo indietro nessuno. Guardiamo avanti con fiducia e senso di responsabilità condivisa. Vi accogliamo dunque, a pieno titolo, nella famiglia del SIAP. Considerate questa lettera non come epilogo di una scelta dolorosa e convinta, ma come l’inizio di un cammino condiviso nel quale ciascuno mette la propria storia a disposizione perché diventi forza collettiva. Se il sindacato è casa, da oggi questa è casa Vostra, se è approdo avete trovato ormeggio sicuro per risalpare insieme; se è voce, da questo momento parla anche con il Vostro timbro.

Con affetto e stima, a nome di tutto il Siap,

Roma, 18 luglio 2025                                                                               

                                                                                   Il Segretario Generale      Giuseppe Tiani

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