LETTERA APERTA AL QUESTORE CAPOCASA 16 APRILE 2012

LETTERA APERTA AL QUESTORE CAPOCASA 16 APRILE 2012

LETTERA APERTA
Gentile Questore,
avrà già ampia contezza della natura e struttura dell’istituto dello straordinario, tuttavia una serie di ragioni ci lascia ritenere utile un passo indietro per una analisi più approfondita dell’argomento.
Il momento storico, peraltro, sembra quello più opportuno; di recente fronteggiamo “mali” come la recessione, la crisi finanziaria e, non ultimo, i bilanci familiari gravemente compromessi.
Un contesto simile sembra l’optimum per introdurre l’argomento; lo straordinario, programmato o emergente che sia, ancorché fattispecie di rilievo per il corretto funzionamento delle articolazioni del Dipartimento, ha un duplice aspetto che, per un verso, realizza per il dipendente un corrispettivo.
Sin qui la gestione locale di tale strumento di rilievo non è stata conformata ai canoni della più rigorosa applicazione, così come non sempre ha trovato aderenza con l’impianto normativo che ne ha determinato la genesi e, con una serie di recenti modifiche, ne disciplina ancor oggi l’uso.
Ci spieghiamo meglio: in determinati Uffici della Questura sembra aver perso di consistenza il concetto dell’orario di servizio articolato in 6 turni settimanali (sulla fascia oraria 8-20 con turni 8.14 e 14.20 - art. 9 comma 1 lettera a.1 A.N.Q. 31.07.2009) così come pattuito in sede di contrattazione decentrata, laddove, consente di assicurare la presenza del personale in due pomeriggi oltre che, com’è ovvio, nelle ore antimeridiane dei giorni feriali; la sola corretta applicazione di questo principio fondamentale garantisce, infatti, un ricorso di ultima istanza allo straordinario per evadere gli impegni sopravvenuti e, se necessario, per colmare qualche lacuna.
L’attuale applicazione, in contrasto con il principio appena enunciato, sembra più favorevole al concetto, decisamente improduttivo, di impiegare il personale prevalentemente in attività antimeridiana sì da “costringere” (si fa per dire) il dipendente al ricorso, tutt’altro che residuale, dell’istituto dello straordinario emergente; in questo modo va da sé che il monte ore subisce un congruo depauperamento a danno di molti e a beneficio di pochi.
Converrà che una siffatta situazione meriti una svolta; ci permettiamo un richiamo all’ANQ in sede di attribuzione degli impegni straordinari che, ad un tempo, coniuga il razionale funzionamento della P.A. con un omogeneo conferimento delle competenze; è evidente che ripartire uniformemente l’onere di prestazioni che eccedono l’ordinario giova in termini di sforzo fisico, inteso come benessere, e di soddisfazione economica ampiamente condivisa.
Crediamo che il duplice vantaggio prospettato sia sufficiente ad aprire lo spazio per una riflessione e per una inversione di tendenza, fermo restando che questa O.S. rimane aperta ad ogni esigenza professionale che meriti una valutazione fuori dagli schemi; già, perché in sede di contrattazione decentrata ci impegniamo, come di consueto, a conferire apertura integrale al benessere e alle necessità del personale meritevoli di attenzioni e, se necessario, a pattuire in deroga.
Senz’altro una ritrovata armonia applicativa dello strumento in parola ben si sposa con una P.A. dinamica e attenta al singolo inteso come fattore produttivo in una collettività.
Ci affidiamo alla sua consueta sensibilità, sicuri che vorrà sensibilizzare e diffidare i sigg. Dirigenti al puntuale rispetto delle normative ed invitarli alla razionalità in ogni articolazione dell’Amministrazione della P.S.

Rimini 16 aprile 2012                                                          LA SEGRETERIA PROVINCIALE S.I.A.P.