AGI - IL SEGRETARIO GENERALE TIANI SUI FATTI DI DALLAS

  • (AGI) - Roma, 8 lug. - I casi di afroamericani uccisi dagli agenti negli Stati Uniti "non sarebbero mai accaduti in Italia", dove i poliziotti possono usare armi da fuoco solo come extrema ratio, cercando di evitare sempre di colpire organi vitali. E' l'analisi che emerge dai rappresentanti della Polizia italiana che osservano anche come vi sia un problema fondamentale di diffusione delle armi negli Usa e lamentano che semmai in Italia esiste un problema opposto, quello di una legislazione che limita gli interventi delle forze dell'ordine. Nel sistema americano "c'e' un eccesso di durezza, ma c'e' il rispetto dell'autorita'", ha spiegato all'Agi Giuseppe Tiani, segretario del Sindacato italiano appartenenti Polizia (Siap), secondo il quale "in Italia abbiamo invece un eccesso di debolezza". "Lo Stato", ha aggiunto Tiani, "non offre tutela legale agli agenti e non abbiamo piu' neppure il reato di oltraggio a pubblico ufficiale". "Non siamo tutelati, finiamo sempre sotto processo", ha proseguito Tiani, "se un'auto forza l'alt e scappa in teoria saremmo autorizzati a sparare, ma solo sulla carta perche' l'agente poi passa i guai". ..."Si tratta di due ordinamenti giuridici difficili da paragonare", ha sottolineato Lorena La Spina, segretario nazionale dell'Anfp, Associazione nazionale funzionari di Polizia. "Da noi l'uso delle armi e' giustificato solo all'interno di limiti ben precisi", tenendo presenti i principi della "necessita', della proporzionalita' e della gradualita'". "Da noi la vita e l'integrita' fisica delle persone sono inviolabili", ha aggiunto La Spina, "gli agenti sono addestrati per non colpire punti vitali e viso, l'obiettivo non e' eliminare il soggetto, ma vincere la resistenza e immobilizzarlo". (AGI)