SICUREZZA - ANSA - SINDACATI PS E COCER A RENZI: STOP BLOCCO STIPENDI

  •  Sicurezza: sindacati ps-Cocer a Renzi, stop blocco stipendi (ANSA) - ROMA, 5 AGO - "Sbloccare gli stipendi degli uomini del comparto sicurezza e difesa o si aprira' una stagione conflittuale". E' l'appello rivolto al premier Matteo Renzi e al governo dai sindacati di polizia e dai Cocer delle forze armate che oggi, per la prima volta, si sono riuniti per affrontare una situazione definita ormai "insostenibile". "Confidiamo in lei presidente Renzi - scrivono Siulp, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Ugl, Coisp, Consap e Uil Polizia; Osapp, Uil, Sinappe, Fns-Cisl, Ugl, Cnpp Penitenziaria; Sapaf, Ugl, Fns Cisl, Uil Pa della Forestale; Fns Cisl, Ugl, Uil Pa Vigili del Fuoco e i Cocer di Carabinieri, Guardia di Finanza, Marina e Aeronautica Militare - per una parola chiara e definitiva sul grave problema del blocco delle retribuzioni che da quattro anni sta penalizzando drammaticamente il nostro comparto. Siamo certi che le siano stati puntualmente rappresentati i termini della questione e le sara' stato quindi evidenziato che l'auspicato anticipo dello sblocco per gli ultimi mesi del 2014, in vista del ripristino delle retribuzioni nel 2015 gia' stabilite dal Def, e' finanziato interamente con risorse interne delle amministrazioni gia' destinate al personale dei comparti e senza nessuna ulteriore spesa per la finanza pubblica". "Non e' mai capitato - prosegue la nota - che i Cocer e i sindacati delle forze di polizia e del soccorso pubblico si siano rivolti a lei con una sola voce, compatta, decisa e ferma. Avvertiamo le inique conseguenze di una decisione, quella del blocco, che doveva essere straordinaria e necessariamente temporanea, ma che invece si sta perpetuando negli anni, come se non si volesse o sapesse individuare una soluzione piu' giusta e rispettosa dei principi costituzionali e della delicata funzione che svolgiamo per la "sicurezza" del Paese e la garanzia della liberta' e della democrazia". "Siamo certi - concludono - che lei sapra' dare risposta a questo appello e che porra' fine a questa condizione inaccettabile che ci priva dei diritti fondamentali e che genera disagio nelle famiglie e sperequazioni anche tra colleghi".(ANSA).