E i poliziotti della Catturandi pagano la caccia di tasca propria

E i poliziotti della Catturandi pagano la caccia di tasca propria

Roma, 12/10/2011 - Inchieste Repubblica di SALVO PALAZZOLO

Roma, 12/10/2011 - Inchieste Repubblica di SALVO PALAZZOLO

Due giorni fa, i poliziotti di Palermo sono scesi in piazza per protestare. “Siamo ormai arrivati al paradosso che gli investigatori della Catturandi devono anticipare di tasca propria i soldi per le missioni fuori sede, perché da 17 mesi queste spese non vengono più rimborsate”: è la denuncia di Ivan D’Anna, sindacalista del Siap.

“Come dire, le ricerche del latitante trapanese Matteo Messina Denaro, il numero uno di Cosa Nostra, sono pagate dai poliziotti. C’era già un pesante arretrato per le missioni del 2010 e i soldi del 2011 sono bastati appena per archiviarlo”. La scure dei tagli è arrivata anche sugli straordinari: “Non importa che fai cento ore, non importa che sei stato su un pizzo di montagna o chiuso dentro un furgone a pedinare il favoreggiatore di un latitante. Ti verranno riconosciute solo 55 ore, ma sulla carta – spiega il sindacalista -. In busta paga i poliziotti si ritroveranno l’equivalente di 30 ore, ovvero solo il corrispettivo per tre giorni di lavoro durissimo. Dobbiamo ritenerci fortunati – dice D’Anna, che è il segretario di base del Siap presso la squadra mobile di Palermo – si dice che i tagli dovrebbero arrivare a 22 ore”.

Questore e capo della squadra mobile fanno il possibile per far sì che le indagini possano proseguire con serenità. “Dobbiamo ringraziarli – dice D’Anna – per la grande attenzione che mettono nella lotta alle cosche, e i risultati lo dimostrano. Ma la coperta è corta: se puntiamo alla ricerca dei latitanti, concedendo qualche ora in più di straordinario alla squadra Catturandi, bisogna poi toglierla ai poliziotti che sono impegnati ad arrestare spacciatori o rapinatori. La situazione è davvero drammatica”.

I poliziotti, anche quelli più impegnati nelle indagini antimafia, devono fare pure i conti con il blocco di tutti gli scatti di servizio, almeno fino al 2014. “Era stata però prevista la possibilità di una somma “una tantum” – spiega D’Anna – ma fino ad oggi, neanche quella è arrivata”.