PALERMO, 23 MAGGIO 1992

PALERMO, 23 MAGGIO 1992

 … quella terribile esplosione li consegnava alla Storia di questo Paese, incastonandoli in un periodo che mai più avremmo dimenticato. Ancor più perché di li a poco avremmo pianto per il giudice Borsellino e per i colleghi Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Ai nostri figli, ai nostri nipoti, ai figli di quel giorno non racconteremo mai cosa accade nel vissuto quotidiano di ognuno di noi tanto fu lo sconcerto e la rabbia, quel dolore incontenibile che portò i siciliani, gli italiani nelle piazze a dire basta.

Da quel giorno e in questi lunghi anni, sono stati raggiunti traguardi straordinari nella lotta alla criminalità organizzata ma non per questo ci si può dire pienamente soddisfatti o pensare di aver esaurito le ragioni dell’impegno quotidiano delle donne e degli uomini delle Forze dell’Ordine e dei magistrati per la legalità. Molto è stato fatto ma tanto altro c'è ancora da fare, molte verità da chiarire e altrettante ingiustizie da sanare.

Il nostro impegno sarà quello di ricordare ma anche fare in modo che queste date non si trasformino in vuoti simulacri ma siano di sprone affinché la lotta alle mafie di tutti i generi si converta in vita nella legalità come scelta di vita quotidiana.

Tutti siamo chiamati a dare le gambe a quelle idee per cui 25 anni fa hanno dato la vita i tre giudici e le rispettive scorte; ciascuno per le proprie competenze e responsabilità dagli operatori della sicurezza e della giustizia ai cittadini in quanto genitori o responsabili della formazione delle nuove generazioni, a tutti quelli che ogni giorno fanno della legalità il loro credo di vita. “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini. G. Falcone”.

Forse proprio per questo, in tanti, non ricordiamo cosa stessimo facendo quel giorno. Perché abbiamo ricominciato a camminare. Perché crediamo che “ … la lotta alla mafia non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, che coinvolgesse tutti specialmente le giovani generazioni..., le più adatte a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità, e quindi della complicità. P. Borsellino”


Roma, 23 maggio 2017