IL SALUTO DEL CAPO DELLA POLIZIA, PREF. ALESSANDRO PANSA

IL SALUTO DEL CAPO DELLA POLIZIA, PREF. ALESSANDRO PANSA

 Oggi posso affermare che grazie anche al forte sostegno del governo, non soltanto siamo riusciti - e meglio di altri settori altrettanto importanti per il buon funzionamento del Paese - a recuperare quantomeno parzialmente sulle dinamiche stipendiali, ma siamo stati in grado di portare a termine una serie di interventi sull’assetto interno e sulla razionalizzazione della spesa che oggi fanno di noi un modello virtuoso nell’ambito di tutta la Pubblica amministrazione. L’intero comparto sicurezza, coordinato dal dipartimento della P.S., ha raccolto dal primo momento il segnale di cambiamento che il Governo richiedeva e si è reso promotore di modifiche normative importanti nell’organizzazione delle Forze di polizia.
Durante questi tre anni abbiamo dovuto affrontare un’altra situazione drammatica, consistente nell’innalzamento della minaccia del terrorismo fondamentalista e nell’impatto sull’Italia di un’ondata migratoria senza precedenti. E anche qui credo che la nostra risposta sia stata eccellente. Come accade dinanzi a tutti i fenomeni complessi, le misure d’intervento non potevano essere semplici ed immediate. Abbiamo aumentato il livello dei controlli su coloro che arrivano, ma senza mai dimenticare l’umanità nei confronti di chi è debole e fugge dalla guerra, e continuando a salvare centinaia di vite umane. Abbiamo perseguito in maniera costante e capillare i trafficanti di uomini arrestandone migliaia, compresi quelli responsabili della morte di tanti migranti che tentavano di attraversare il Canale di Sicilia. Nello stesso tempo, con un’azione sempre più mirata fatta di controlli e di intelligence, siamo, finora, riusciti a tenere il Paese al riparo degli attentati, sfruttando al meglio le norme, che noi stessi avevamo richiesto al Governo, e che il Parlamento rapidamente ci ha dato. Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti disponibili contro il terrorismo, ma senza mai cedere alla logica secondo la quale in cambio di una maggiore percezione di sicurezza si possono cedere quote di libertà e di tolleranza.
Altro motivo di soddisfazione, per me, e per voi, è la constatazione che il 2015 è stato l’anno con il più basso tasso di delittuosità dell’ultimo decennio, e che sempre nel 2015, su oltre diecimila manifestazioni pubbliche gestite sotto la responsabilità dei nostri funzionari, solo una quota pari al 5 per cento si è conclusa con incidenti, percentuale in sensibile riduzione rispetto all’anno precedente.
Con ciò non voglio dire che in questi anni tutte le criticità si siano ridimensionate. Il crimine predatorio, in parte legato all’andamento dell’economia, costituisce una grave minaccia per la nostra comunità nazionale; ma anche qui, sia pure con tutte le limitazioni che la giurisprudenza pone alla nostra azione, in particolare all’uso dell’arresto, stiamo mettendo in campo un nuovo approccio fondato sulla prevenzione che già sta dando i suoi frutti.
Dopo questo intenso triennio, lascio una Polizia di Stato in forte ripresa in termini di efficienza e di efficacia d’azione, che attende gli effetti migliorativi della razionalizzazione delle forze sul territorio e del riordino delle carriere, riconoscimenti normativi questi, che insieme a quelli finanziari, testimoniano l’apprezzamento del Governo per il lavoro che le donne e gli uomini della Polizia di Stato hanno profuso.
Quanto a me, grazie alla fiducia che il Governo continua a riporre nella mia persona, mi trovo chiamato a un’altra sfida, la guida del Dis, la struttura di collegamento fra i servizi segreti, nella quale porterò l’esperienza maturata in un’intera vita da poliziotto. So che si tratta, oltre che di una grande responsabilità, di un grande onore; ma vi assicuro che conserverò sempre nel mio cuore l’amore per i nostri colori e il ricordo della vita che ho passato in mezzo a Voi.
Oltre ai risultati che possono essere certificati con le cifre e con le statistiche, altre cose mi inorgogliscono. Avere lasciato una Polizia dove, e senza più alcun margine di ambiguità, l’uso ingiustificato della violenza è condannato senza attenuanti. Dove sempre di più la formazione e la specializzazione sono le parole d’ordine per affrontare i tempi nuovi. Dove il livello di cooperazione internazionale è sempre più elevato, e fruttuoso. E dove la lotta al cybercrime, la forma più insidiosa di criminalità del futuro, ci vede compiere ogni giorno dei progressi importanti.
Ma sono soprattutto orgoglioso di Voi, donne e uomini della Polizia, che con la Vostra preparazione, il Vostro coraggio e il Vostro senso delle istituzioni contribuite ogni giorno a fare dell’Italia un luogo più giusto e sicuro.
Ringrazio Voi tutti e ringrazio la Polizia di Stato che mi ha accolto nelle sue braccia quando poco più che ventitreenne sono diventato Commissario in prova di P.S. e che lascio dopo 41 anni senza rimpianti e grato per le memorie che mi ha regalato.

Roma, 18 maggio 2016

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